
Il 27 giugno 1980, 77 passeggeri e 4 membri dell'equipaggio della compagnia aerea Itavia, decollano dall'aeroporto di Bologna alle 20,08 a bordo di un volo diretto a Palermo. Alle 20,59 quando il velivolo ha già iniziato la fase di atterraggio, sparisce repentinamente dai radar della torre di controllo. Si attivano anche i centri radar di Ciampino e Marsala, ma è tutto inutile. Il volo non compare a video, e alla radio, dalla cabina di pilotaggio, non risponde nessuno. Il giorno seguente, alle prime luci dell'alba, prima una chiazza oleosa a largo dell'isola di Ustica, in seguito l'emersione a galla di alcuni corpi, fugheranno ogni dubbio sul tragico destino di quelle povere anime.
I sospetti sulla veridicità della versione ufficiale su quello che è successo al DC-9 Itavia, attanaglieranno da subito i familiari e i giornalisti come Andrea Purgatori, che a lungo si è occupato di questo caso. Cedimento strutturale ci dissero, mentendo spudoratamente."Le istituzioni ci avevano consegnato una versione dei fatti non credibile, dovevamo far sentire la nostra voce.. Chi parla è Daria Bonfietti, Presidente dell'Associazione parenti delle vittime strage di Ustica, che in questa tragedia ha perso il fratello Alberto. "Nel 1986 impedimmo che l'indagine venisse archiviata e prese il via la prima campagna di recupero del relitto. In seguito, nel 1999, il giudice Rosario Priore, chiese il rinvio a giudizio, tra gli altri, del Generale Bartolucci, Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, con l'accusa di alto tradimento. Finalmente si stava facendo strada la verità". Una verità ancora priva dei primi piani, ma il cui scenario è stato ormai chiarito. Ed è uno scenario di guerra.
Nel Mediterraneo nel giugno di quell'anno, c'è molto fermento. La portaerei USS Saratoga, della marina degli Stati Uniti, sente il bisogno di predisporre alcune esercitazioni al largo del golfo di Napoli. I libici dal canto loro fiutano l'aria che tira, e non è buona. Così, accade così alcuni aerei da guerra MIG23 di fabbricazione russa, in dotazione all'esercito libico, vadano in Jugoslavia per alcuni operazioni di manutenzione. L'Italia, col tacito assenso dei servizi segreti, oltreché dell'Areonautica Militare ovviamente, chiude gli occhi sul via vai di MIG che attraversano i cieli del nostro Paese. Ma Il 27 giugno 1980, Usa, Francia e Belgio e Regno Unito, tutte nazioni di cui è provata la presenza di aerei militari in volo sul mar Tirreno, hanno deciso di porre fine a questo traffico nei cieli di una nazione facente parte del patto atlantico. Uno dei Mig di ritorno dai Balcani, come probabilmente è successo altre volte, transita nel nostro spazio aereo e per passare inosservato all'occhio dei radar, si posiziona sotto la pancia di un volo da trasporto civile. Quella sera, è il turno del DC-9 Itavia. A questo punto, numerosi Phantom dell'aviazione francese decollano dalla base di Solenzara, in Corisca, altri dalla portaerei statunitense Saratoga. Uno di questi, deciso ad abbatte il MiG, colpisce invece l'aereo dell'Itavia, abbattendolo e uccidendo tutte le persone a bordo. Precisa la Bonfietti "Ricordiamo però che non fu una operazione militare della Nato, ma dei singoli stati coinvolti. Molte volte ai giudici alcuni imputati risposero che su quanto successo vigeva il segreto militare Nato, ma questo non è affatto vero".
L'associazione non si ferma, vuole scoprire l'esecutore materiale di questa strage, l'ultimo tassello che manca al puzzle. In occasione del quarantennale di questa tragedia, al Museo per la memoria di Ustica a Bologna, dove sono esposti i resti del DC-9, si terranno innumerevoli iniziative a carattere culturale. La signora Daria Bonfietti continua a lottare: «Vorrei ricordare le parole del senatore Libero Gualtieri, che fu presidente della commissione stragi, su Ustica: nessuno è innocente».
L'articolo integrale, lo troverete sul blog The Pitch
Qui sotto invece, troverete il contributo dell'arte, al racconto di questa tragedia: nel primo riquadro, il film. integrale "Il Muro di gomma" di Marco Risi. Più in basso, lo spettacolo teatrale di Marco Paolini "I Tigi a Gibellina".