Una corsa attraverso la vita-Storia di un depresso felice

Voglio mettere le mani avanti: lo so da me che certamente questa mia prima non è una altissima opera letteraria, in futuro spero di poter raccontare cose diverse. Ma per il libro di esordio, mi serviva trattare un tema di cui avevo perfetta padronanza, e quale argomento può essere meglio conosciuto della propria vita? A patto di avere qualcosa da dire, chiaramente. Fin dalla mia giovane età, attacchi di panico e depressione hanno caratterizzato, limitato, condizionato la mia esistenza. Qualcuno non pensa nemmeno sia una malattia la depressione, quante volte ho sentito minimizzare il problema da persone che non lo conoscono, e che fortunatamente per loro non ne hanno mai avuto a che fare? In realtà è uno dei mali più subdoli, perché non vi è esame al mondo che possa diagnosticare le sindrome ansioso-depressiva, nonostante questo è statisticamente molto alto il campione di popolazione afflitto da questo disturbo, molto diffuso ed estremamente invalidante. Allo stesso tempo è uno di quelli che mette più in imbarazzo chi ne soffre, aggiungendo sofferenza a sofferenza. Perché la scarsa comprensione del problema da parte di chi ci sta attorno, contribuisce a innescare quel meccanismo per cui si preferisce non parlarne ad altri. In questo mio breve saggio, dai toni chiaroscuri, proprio come sono stati questi miei primi 44 anni in questo mondo, racconto come anche attraverso l'aiuto delle passioni, nel mio caso della corsa, sono riuscito a ritagliarmi un angolo di pace, che poi è diventato molto più di un angolo. Oggi va di moda il termina "bolla", nello sport. Io da molti anni mi sento un po' così, come in una bolla, dove ho potuto creare il mio universo, in un certo senso parallelo, solo per poter vivere una vita normale e tenere fuori i demoni dell'inferno.

Non aspettatevi però consigli o raccomandazioni, né su come battere la depressione, né sulla corsa. È solo una testimonianza, che spero possa essere di aiuto e di ispirazione. La corsa l'ho vissuta sempre in modo un po' cialtrone, un po' come tutto ciò che mi riguarda. Lo faccio a modo mio, non ho mai seguito programmi o tabelle. Ho sempre solo corso, quando mi andava di farlo. Niente più di questo. È sempre stata più che altro una ottima scusa per viaggiare E non considero qualcuno meglio o peggio di me solo perché preferisce fare altro o stare sul divano. L'importante è fare cose che ci fanno stare bene, come dico in un capitolo, fosse anche solo giocare a scacchi o collezionare francobolli. Non è facendoci piacere ciò che ci fa schifo che miglioreremo la nostra vita, ma assecondando le nostre passioni e inclinazioni. Bisogna trovarle, quello è la parte più difficile, perché spesso non ci ascoltiamo e ignoriamo di essere portati verso una qualunque attività. Io spero che il coraggio di aver reso pubblica gran parte della mia vita possa essere apprezzato, e magari leggendo le poche sincere parole che compongono questo testo, qualcuno possa iniziare a vedere una luce in fondo al tunnel oppure soltanto capire meglio quelli che come me, soffrono di questa patologia.

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