Stefano Baldini  ritorna ad Atene: "Il mio oro resterà unico perché conseguito lungo le strade della leggenda".

Ci sono atleti che hanno un appeal tale che non smetteresti mai di parlare di loro. Come dei moderni Re Mida dello sport, trasformano in leggenda ogni impresa che compiono, anche quelle che ad uno sguardo distratto possono apparire minori. Come si può giudicare un evento minore il ritorno di Stefano Baldini ad Atene, che nel 2004 in cima all'Olimpo aveva spodestato Zeus? Impossibile, ed infatti il mondo dell'atletica leggera non parla d'altro da settimane, e ora che questo clamoroso revival si è consumato, pendiamo dalla labbra di Stefano per cogliere ogni più tenue sfumatura di quelle che sono state le sue emozioni.

Ciao Stefano, come è nata l’idea di tornare ad Atene?

L’idea è venuta a Igor Cassina, anche lui come me medaglia d’oro ad Atene nel 2004, ma nella ginnastica, alla sbarra. Negli ultimi anni per tenersi in forma si è appassionato alla corsa, aveva disputato la sua prima maratona a Treviso e così alcuni mesi fa mi ha proposto di prepararci per tornare ad Atene a quindici anni di distanza, per celebrare i nostri successi. E’ stata una bella scommessa, senza di lui non avrei mai pensato di ripercorrere le strade del mio trionfo.

Come hanno accolto il tuo ritorno i greci?

Meravigliosamente. La gente di qui mi vuole davvero bene, mi ha celebrato dal primo all’ultimo minuto. Tanto per cominciare, per la prima volta nella mia vita sono partito col pettorale numero uno. Non mi era mai successo. Poi, il giorno precedente la maratona ho avuto l’onore di essere l’ultimo tedoforo e quindi sono stato quello che ha acceso il braciere allo stadio Panathinaiko, dando il via all’evento. Ma non è tutto, ho anche ricevuto un premio speciale alla carriera da parte dell'Associazione Internazionale Maratone e della Segas, la federazione greca, in occasione del Gala "Aims Best Marathon Runner".

Cosa ci puoi dire della tua gara?

Il mio obbiettivo era correre la maratona ad un ritmo sostenuto, ma non eccessivo, così da permettermi di godere di questa esperienza ma allo stesso tempo onorarla. Nonostante la pioggia e il forte vento sono riuscito a tenere il ritmo che mi ero prefissato, chiudendo la gara in novantottesima posizione col tempo di 2h57'07". Detto questo non era certo il cronometro il mio primo pensiero, ma piuttosto vivere il presente nel bel mezzo dei miei ricordi. Soprattutto nella seconda metà di gara, ho riscoperto tutti i punti chiave dove è maturato il mio successo. Come ad esempio lo scollinamento del trentaduesimo chilometro, oppure il momento in cui siamo rimasti io e Meb all'inseguimento di Vanderlei de Lima, o ancora il tratto dove ho raggiunto e staccato lo stesso Vanderlei. Fino al traguardo allo stadio Panathinaiko, dove questa volta non c'era ad attendermi una medaglia d'oro, ma la mia famiglia al completo e vi assicuro è stato altrettanto emozionante.

Il percorso te lo ricordavi tanto duro?

Sinceramente l’ho trovato più duro di come lo ricordavo. L’ho ripercorso varie volte in questi anni, ma mai correndo. Era accaduto di attraversarlo in auto, in autobus e in bicicletta, ma correndo no, non mi era più capitato. Se dovessi fare un paragone direi che per quanto riguarda la difficoltà, la gestione della gara e il dispendio di energie necessarie somiglia alla New York Marathon, anche se i percorsi non si somigliano granché.

A tuo parere perché la Maratona di Atene, con la sua storia e la sua leggenda, non è tra le maratone più partecipate al mondo?

Veramente non sono molto d’accordo, la maratona di Atene quest’anno ha visto al via circa 20000 partecipanti e quasi 16000 finishers. Inoltre nei giorni precedenti sono state organizzate gare di contorno che hanno riversato per le strade della capitale ellenica altre 20000 persone. Questi sono numeri che in Italia fatichiamo a raggiungere. Certo se paragonata alle majors, stiamo parlando di numeri inferiori e soprattutto di una organizzazione che ha a disposizione un budget inferiore. Comunque la Maratona di Atene non sfigura affatto nel panorama podistico internazionale. Se sei un maratoneta viaggiatore, figura che sta prendendo sempre più piede in questi anni, Atene è una tappa obbligatoria.

Hai vinto l’oro nella maratona alle Olimpiadi di Atene del 2004, questo ha reso ancora più speciale il tuo successo, non credi?

Assolutamente, il mio oro ottenuto per le strade che hanno dato origine a tutto quello che oggi è l’universo maratona, avrà sempre un sapore particolare, brillerà sempre di una luce diversa. Prima Filippide e poi le prime Olimpiadi dell’era moderna, disputatesi nel 1896, hanno tracciato un solco, scritto le prime pagine di questa straordinaria storia, ed essere entrato di diritto tra i protagonisti di questo racconto proprio percorrendo le strade della leggenda, rende il mio trionfo unico.