Serie A..nomala: che confusione!

La confusione che pervade il paese in questo momento di forte incertezza, a causa del Coronavirus​, veste come un guanto le menti del governo del calcio nostrano. Ammetto di non sapere come altri sport stanno affrontando questa emergenza (che sia reale o percepita come tale, lo sapremo solo tra molti mesi). Probabilmente ogni federazione si sta ponendo il problema cercando la risposta più sensata, in condizioni che non hanno precedenti, almeno non in epoca moderna. Sono certo che qualsiasi decisione venga presa, lo si faccia per il bene e la salute di chi gioca, ma anche di chi assiste. Comunque in modo univoco, lo stesso provvedimento per ogni ordine e grado. Non nel calcio, dove se è possibile, la giornata appena trascorsa e disputata solo per metà, è stata ancora più surreale della precedente, quando lo scoppio dell'epidemia sorprese tutti tra sabato e domenica. Con una settimana di tempo per riunirsi e decidere delle sorti di un campionato in sospeso, non solo si è riusciti a cambiare idea più volte, fino a poche ore dallo svolgimento delle gare, ma si sono considerate solo le singole partite, come se una epidemia stesse ferma nei luoghi dove sono scoppiati i primi focolai. Così si è passati dalle porte chiuse al rinvio, dal rinvio alle porte chiuse, alle rassicurazioni sui rimborsi dei biglietti e degli abbonamenti, fino al pronunciamento definitivo nella giornata di sabato: si disputeranno in coda al campionato, ma solo alcune partite. Gli altri giochino.

Ora, lasciando da parte le teorie del complotto che come di consueto in queste occasioni si espandono, loro si, in modo epidemico, faccio una riflessione: certamente ci troviamo di fronte ad un unicum, una situazione mai affrontata in precedenza per la quale, al giorno d'oggi, non si pensava di dover far fronte e prevedere con un piano di emergenza. Ma è davvero difficile capire con quale criterio vengano prese certe decisioni: il calcio dilettantistico, amatoriale e giovanile è fermo, la serie B gioca in toto, la serie A gioca solo per metà. Non è tutto: mentre le partite di campionato del Milan (contro il Genoa) e della Juventus (contro l'Inter) vengono rinviate al 13 maggio, le stesse Juve e Milan giocheranno, e a porte aperte, la semifinale di ritorno di Coppa Italia, mercoledì sera. Questa è bulimia decisionale, manca solo di stabilire quali frazioni di gioco disputare e quali no. Auspichiamo tutti che per la regolarità del torneo, venga presa una decisione che decida e non sia fonte di una incertezza maggiore rispetto a quella che già ci troviamo ad affrontare. Inoltre, spero che vengano tutelati i diritti dei fruitori dello spettacolo, che non dimentichiamolo, da casa o allo stadio, sono comunque paganti. Qualcuno potrebbe obbiettare che si tratta solo di calcio, ma sappiamo bene che tra tutte le cose futili, il calcio è la più importante, almeno da noi.