Sara e Cristina, il diario mondiale dei loro Giochi Speciali

Torniamo a parlare di Sara Menardo e di Cristina De Tullio. Le avevamo conosciute alcuni mesi fa, quando avevo intervistato loro, insieme ad altri membri degli Swimmer Inside, gruppo di nuoto prevalentemente in acque libere.

In quella occasione avevamo scoperto che Sara avrebbe partecipato per la nazionale italiana ai giochi Special Olympics ad Abu Dhabi, che si sono disputati lo scorso mese di marzo. Sara ha conseguito risultati di tutto rispetto, con una medaglia di bronzo nei 400 metri a staffetta, un quarto posto negli 800 metri stile libero e un quarto posto arrivato nella disciplina in cui era più attesa, i 1500 metri in acque libere.

Cristina ha avuto l’onore di essere la partner di Sara nella prova in acque libere, e per loro stessa ammissione la quarta piazza non era proprio il risultato che si attendevano. La gara che doveva disputarsi alle 15 ora locale viene invece anticipata al mattino, rovinando i piani delle ragazze. Infatti, tratte da “Un diario davvero Mondiale”, il diario che hanno deciso di redigere in occasione di questi giochi, leggiamo lo loro parole: “Sara è sconcertata e confusa da questo anticipo e si fa prendere dal panico. Non trova la concentrazione per la gara e non vuol fare il riscaldamento”.

Le due poi si accorgono, a causa di una disattenzione, di aver gareggiato senza il chip, indispensabile per rilevare la prestazione cronometrica. Ancora le loro parole dal diario: “Nello stand dove ci dovrebbero essere i tempi non è indicato nulla, così ce ne andiamo senza sapere il nostro riscontro cronometrico. Sappiamo di non aver fatto bene ma vorremmo almeno sapere il nostro risultato”.

Anche al papà di Sara, Roberto, rimasto a casa, non riesce a nascondere una punta di amarezza, inizialmente: ”Per Sara è stata una esperienza importante che prescinde dal risultato finale. Non nascondo che, inizialmente , dopo la prova in acque libere, non sono riuscito a nascondere una punta di amarezza, Sara probabilmente ha ceduto all’emozione in quella che era poi la prima delle tre gare in cui si sarebbe cimentata. Poi la ragione prevale, era lì prevalentemente per fare una esperienza, non per vincere medaglie, io e la sua mamma siamo stati molto orgogliosi di lei”.

Come dicevamo poco fa, le due ragazze hanno scritto giorno per giorno un resoconto della loro avventura agli Special Olympics, e Cristina ci racconta come è nata questa idea: “A Sara avevo lanciato una proposta, quello di tenere un diario, ma non sapevo come potesse reagire, lei è molto introversa. Con molta sorpresa sia mia che della sua famiglia, ha preso questa cosa con entusiasmo e con molto impegno, molto seriamente. Tutte le sere, prima di dormire, lei ripercorreva tutta la giornata, che io trascrivevo. Ne è uscito un diario di venti pagine”.

Continua Cristina a proposito dei giochi: “Una esperienza indimenticabile e una grandissima opportunità. Gli Emirati Arabi sono stati ospitali in un modo completamente inatteso. I giochi erano reclamizzati ovunque, persino sui dolcetti offerti dalla compagnia aerea. Dei 20.000 volontari reclutati molte erano donne, che durante la cerimonia di chiusura sono state ringraziate in modo particolare, avendo avuto un ruolo fondamentale nella riuscita della manifestazione. Sono stati dei world games inclusivi”.

Chi ancora non ha compreso l’importanza dello sport a livello globale così come nelle piccole comunità, non soltanto per quello che concerne la salute fisica e mentale, ma anche per quel che riguarda la socializzazione, la disciplina, per conoscere gli altri, inteso come altre culture e perché no, anche per conoscere meglio se stessi, sta ignorando da che parte andando il mondo.

A proposito di questo, voglio chiudere con le parole con cui si conclude il diario di Cristina e Sara: “Insieme in questa avventura siamo diventate messaggere di importanti valori, possiamo dire e dimostrare a chi ancora non lo sa che esiste l’opportunità di fare sport inclusivo per tutti, e di migliorare la propria vita”.