
Scrivere delle partite del Milan, e più in generale fare il punto della stagione al giro di boa di dicembre, diventa ogni anno di più come fare la recensione dello stesso film. Sempre lo stesso canovaccio, anno dopo anno, si accumulano attese come mattoni che diventano macigni sulle deboli spalle di giocatori che non hanno il carisma, oltre che la tecnica, per sopportare il peso di una maglia che più delude, più si fa scomoda da indossare. Tanto che alcuni rifiutano di finire nel tritacarne Milan, e chi ci è venuto per scelta come Bonucci, o chi ci è più che altro capitato, come Higuain, si smarrisce diventando un giocatore irriconoscibile, nervoso, pasticcione, e impaurito.
Dunque, facciamolo l'ennesimo punto della situazione di metà anno, partendo dalla debacle contro la Fiorentina. Che non mi sento di definire inattesa, dato che i rossoneri erano reduci da due anonimi zero a zero in campionato, contro le non irresistibili Torino e Bologna, e dalla brutta sconfitta in Grecia che è costata l'eliminazione in Europa League. Non irresistibile è parsa anche la Fiorentina, ma oramai non fa più differenza lo spessore dell'avversario, questo Milan attualmente può perdere con chiunque. Quattro tiri in porta nel corso di tutta la partita, due per tempo, e solo due realmente pericolosi: la respinta sulla linea sul tiro di Calhanoglu (irriconoscibile rispetto allo scorso anno) sul finire del primo tempo, e una bella parata del portiere viola su colpo di testa di Rodriguez nel secondo tempo. Il resto fa volume, ma non è utile.
Senza gioco, senza idee, senza anima, lento, impacciato e decimato dagli infortuni: l'imputato numero uno, a malincuore, non può essere che Gennaro Gattuso. Partendo proprio da quest'ultimo punto, gli infortuni: quando prese in mano il timone della squadra, un anno fa, lamentava la scarsa preparazione atletica dei giocatori che dal suo predecessore Montella, aveva ereditato. Ora sorge il dubbio che siamo esattamente nella condizione opposta, e cioè di sovraccarico. Inoltre, a fronte di un intenso lavoro atletico, ci si aspetterebbe a questo punto della stagione di poter vedere una squadra dinamica, col coltello tra i denti, che faccia girare la palla velocemente, che possa tenere un buon ritmo; invece nulla di tutto questo è mai stato tradotto sul campo, il Milan fin dalla prima partita della stagione esibisce un giro palla lentissimo, con frequenti quanto inutili passaggi al portiere, sempre compassato, con un possesso palla enorme ma quasi sempre sterile. E ancora: con quale modulo giocano i rossoneri? non si capisce, in dodici mesi Gattuso non è riuscito a scegliere un modulo di partenza sui cui lavorare. Intendiamoci, la malleabilità del modulo di gioco, è un punto di forza di un allenatore, ma solo se hai una base solida da cui partire, un concetto di base che dà delle certezze, in modo che male che vada si torna alle origini.
Proseguendo si arriva al capitolo sostituzioni e lettura della partita: spesso i cambi effettuati dal tecnico del Milan sono parsi tardivi, oppure del tutto sbagliati. Ad esempio, solo per citare l'ultima delle sostituzioni che lasciano perplessi, nella partita contro la Fiorentina ha sostituito José Mauri, l'unico centrocampista di ruolo rimasto, utilizzabile della rosa del Milan al di fuori di Montolivo, sostituendolo con Cutrone. Per carità, a quel punto della partita l'attaccante doveva assolutamente entrare, ma non certo per l'unico regista a disposizione. Infatti gli uomini di Gattuso perdono le redini del centrocampo, e poco dopo arriva il vantaggio viola, nel loro unico, vero tiro in porta. Emblematico il fatto che a seguito del gol di Chiesa, il tecnico calabrese mandi a scaldare Montolivo, che però alla fine non fa entrare per non smentire se stesso, e forse anche per non disattendere ordini superiori.
Per finire, anche di Inzaghi, come per Gattuso, si diceva che la squadra fosse col suo tecnico, poi abbiamo scoperto che non era proprio così. Io credo che i giocatori del Milan, almeno quelli rimasti a disposizione, non siano al cento percento col suo allenatore. L'atteggiamento in campo non fa certo pensare a un tutt'uno tra il comandante e il suo equipaggio. Le partite contro Frosinone e Spal potrebbero fare da spartiacque per il destino del Milan e soprattutto di Gattuso; persino due successi, se poco convincenti, potrebbero non bastare a Rino per restare in sella.