
Il mondo della corsa è ricco di persone che postano belle frasi sui social, applaudono gli ultimi arrivati e danno pacche sulle spalle ai diversamente abili, ma tutta la loro solidarietà e coscienza civica termina proprio li dove nasce, cioè su internet. Quindi mi piace dare risalto, in questi giorni di sgomento e grande confusione, all'iniziativa a cui gli organizzatori della Maratona di Ravenna, in collaborazione con associazione A.L.I.C. e Ravenna ODV, hanno dato vita: una una raccolta fondi a favore dell'ospedale cittadino Santa Maria delle Croci. Gli uomini e le donne del fare, che parlano poco e agiscono. E molto. Ravenna Runners Club, nelle persona di Stefano Righini, insieme ai suoi collaboratori Benedetta Gagna, Sabrina Filipponi e Marco Pirazzini restituiscono un po' di senso a un mondo troppo chiuso in sé stesso e spesso attento soltanto alle necessità, vere o presunte, che le singole persone che lo compongono rivendicano per loro.
Stefano, ci parli della vostra iniziativa e di come è nata.
Stiamo ricevendo tanti complimenti per aver dato vita a questa raccolta fondi ma a noi è sembrata una cosa normale, più che normale. Siamo partiti donando mille euro e ora tante altre persone ci stanno venendo dietro. Abbiamo perso qualche giorno a causa di motivi burocratici, ma siamo comunque tra i primi ad averne lanciata una e partire presto vuol dire riuscire a raccogliere più denaro.
Quanti soldi avete raccolto fino ad ora?
Abbiamo avuto una buona risposta da parte della città, in poco più di 24 ore abbiamo raccolto circa 11000 euro.
Un segnale importante il vostro al mondo del running, che forse non ha capito appieno la gravità della situazione.
Purtroppo è così, il pericolo tra i podisti è sottostimato. Non voglio fare il professore, ma si tende più a dar conto alle esigenze personali che al bene comune, da quello che leggo su internet in molti blog. Mio figlio è un medico e lavora all’ ospedale Sant’ Orsola di Bologna, mi racconta di cose inenarrabili. Più si ignorano le disposizioni, più tempo ci vorrà a uscire da questa situazione. Prima di tutto a danno della nostra salute, ma in secondo luogo anche a danno del ritorno alla vita di sempre, fatta anche di corsa e di gare. Mai come in questo momento, possiamo apprezzare la bellezza e l'importanza delle nostre libertà.
Sarebbe impensabile che i runners iscritti a una gara cancellata o rinviata, chiedano di trasformare la propria quota di iscrizione in una donazione?
Secondo me sarebbe una cosa intelligente. Nella maggior parte dei casi le iscrizioni delle gare annullate saranno valide per il prossimo anno. Se io, in qualità di podista, decido di non correre o di fare una nuova iscrizione più avanti e al contempo chiedo che la mia quota già versata diventi una donazione, non vedo perché questo non si possa fare. Certo, dall’ altra parte serve un organizzatore ricettivo, ma in termini pratici non mi sembra una cosa campata in aria.
Il caso ha voluto che il paziente 1 fosse un runner, che per fortuna pare sia fuori pericolo. Facciamo un appello alla responsabilità di tutti coloro che corrono?
Chi corre sta in mezzo a tanta gente, l’esposizione al contagio di chi ha disputato gare nelle scorse settimane è stata esponenziale. Inconsapevolmente possiamo fare molti danni, quindi facciamo un sacrificio tutti quanti, stiamo uniti ma a distanza. Prima lo capiamo prima torneremo alla normalità, a stare insieme e stare insieme liberamente, non ad un metro di distanza.
Di seguito il link a cui donare e più in basso il sito ufficiale della Maratona di Ravenna