
È vero, l'avversario di turno, il Celtic (nella foto Ansa il gol di Calhanoglu) non era irresistibile, ma lo sentiamo dire, per quel che concerne i risultati del Milan, da due mesi a questa parte. La realtà è che questa squadra, partita dopo partita, sta smentendo tutti i luoghi comuni che la riguardano. Questa sera sotto di due reti, senza Ibrahimovic e con una pedina fondamentale come Kjaer infortunatosi dopo pochi minuti, i rossoneri hanno fornito una grande prova di forza, riportando la partita dalla loro parte e vincendo col risultato di 4-2. La cosa che più sorprende è che la panchina, considerata da sempre il punto più debole della rosa di Pioli, si è improvvisamente allungata. Qualunque sia l'elemento di cui il tecnico decide di avvalersi, consentendo a chi ha giocato di più di prendersi una pausa, dà il suo contributo in maniera importante. Hauge, Castillejo e Brahim Diaz, oltre ad essere andati a segno hanno fornito prove molto convincenti. In particolare il norvegese si è distinto come migliore in campo, riscattando la prestazione di Lille di una settimana fa, che era stata deludente.
Calhanoglu va ad aggiungersi alla lista dei buoni, grazie al gol che dimezza lo svantaggio e ad una prima frazione sontuosa, alla Zidane. Il secondo tempo del turco è stato meno brillante, ma comunque di buon livello. Anche Donnarumma è stato autore di una prestazione maiuscola, con almeno tre parate decisive. Quando Ibra appenderà le scarpette al chiodo, il nuovo leader sarà lui. Dietro la lavagna invece vanno Krunic, condizionato nella prestazione dall'errore che spiana la strada al vantaggio ospite, e Rebic, che dopo l'infortunio al gomito di fine settembre non riesce a ritrovarsi. Inoltre è evidente che non sia un centravanti, la posizione centrale dell'attacco non è la sua, sebbene lo schema di Pioli non preveda un vero centravanti boa, ma un attaccante che gioca quasi da falso nove. Bisognerà avere pazienza col croato, quando rientrerà Ibrahimovic potrà tornare a sinistra dove presumibilmente recupererà un po' delle certezze perdute. Nel frattempo però, perché non dare spazio a Colombo, certamente in deficit di esperienza ma più a suo agio in quella zona del campo? Anche Dalot ha avuto una partita, diciamo così, interlocutoria. Certamente non negativa, ma neanche particolarmente degna di nota, preoccupato più che altro di fare il compito. Niente a che vedere con la notevole verve messa in mostra fino ad ora da Davide Calabria.
Sembra incredibile, ma questo Milan che continua a sorprendere, è ancora oggetto di critiche da parte di detrattori la cui miopia si sta facendo imbarazzante. Qualcosa si inventeranno anche questa sera, per screditare il lavoro di Pioli e dei suoi. Se infatti da un lato è senza dubbio troppo presto per fare pindarici voli e sogni di gloria, dall'altro bisogna anche fare i conti con il responso che viene dal campo, che in questi primi due mesi della nuova stagione ha visto i rossoneri protagonisti assoluti, sia in campionato che in coppa.