
Dice Gatto Scrivente di Carlo Esposito
Ho una vasta esperienza in materia, cari runners, sia in quanto montanaro misantropo e solitario, sia perché da marzialista di vecchia data, sono abituato a studiare avversari di varia natura, anche in situazioni svantaggiose per inferiorità numerica o terreno di scontro. Purtroppo per me, ho dovuto mettere in pratica certi insegnamenti anche contro i cani, sia durante la corsa che nel corso delle mie escursioni in montagna. Lo confesso, in più di un’occasione, con molto dispiacere ma nessun rimorso ho lasciato per terra il povero animale esanime, non so se fosse morto e non sono restato ad accertarmene in quanto arrivare allo scontro con un cane vuol dire comunque non uscirne illesi, ma piuttosto portare a casa diverse ferite, non essendo capace di suturarmi da solo. Per cui, il mio consiglio è innanzitutto prevenire.
Innanzitutto: se avvistate un gregge di pecore (anzi, prima, quando vedete la vasta traccia di escrementi sulla strada) girate al largo, un cane che sta facendo il suo lavoro ha una motivazione molto forte, quasi sempre superiore a qualsiasi dissuasione possiate mettere in atto. Questo significa che sono i più pericolosi di tutti, quelli con cui è più facile arrivare allo scontro fisico. E ricordate che in inverno il grosso delle greggi pascola a valle, non è economicamente conveniente tenerle a stabulazione fissa come le vacche.
Niente cuffie, niente musica se siete in aperta campagna o nei boschi: il cane peggiore è quello che ti assale da dietro. Avete bisogno di sentirlo avvicinarsi.
La regola d’oro è non scappare. Per favore, rileggete ad alta voce queste due parole: NON SCAPPATE. Un cane può correre a più di quaranta km/h anche per due km, mentre l’uomo più veloce del mondo raggiunge circa i 33 km/h per soli cento metri. Non avete alcuna possibilità, nemmeno in bici, a meno che non siate in discesa e su un rettilineo già lanciati. Anche se sono in gruppo, fronteggiateli, sempre. Indietreggiate lentamente, senza mai dar loro le spalle e urlate più forte che potete, allargando le braccia: un cane sente venti volte meglio di noi, un urlo lo spaventa molto più di quanto spaventerebbe un essere umano. Inoltre rammentate che per quanto sia grosso vi guarda sempre dal basso, allargare le braccia per sembrare ancora più imponenti quasi sempre è sufficiente. Non temete, se anche fossero dieci, il cane non è come l’uomo, non è indipendente nelle scelte, ma gregario: è sufficiente intimidire il capobranco, nessuno degli altri oserà fare di più. Il capobranco è quello che si avvicina di più a voi, sempre. Se anche per terra non c’è nulla, fate il gesto di raccogliere qualcosa e di scagliarlo, si placano all’istante, quasi sempre fuggono subito. Ovviamente se ci sono sassi, è molto meglio.
In caso di scontro? Nessun cane vuole davvero uccidervi, a meno che non sia un cane da guerra, ovvero sia stato addestrato a farlo, per lui non siete una preda. Vuole assestarvi un solo morso, massimo due, per punirvi di aver sconfinato nel suo territorio. Proteggete la gola, e cercate di restare in piedi, a tutti i costi.
Se siete in bici, fermatevi appena lo vedete, frapponete la bici tra voi e lui.
Armi? La migliore sono i botti di tipo Minerva, io non vado mai in montagna senza (sono l’unica difesa contro i cinghiali), ma durante la corsa sono improponibili poiché accendino e miccia si bagnerebbero di pioggia e sudore. Certo, se avete letto “il richiamo della foresta” sapete che nessun cane può vincere contro chi sa maneggiare un buon bastone, ma ammesso che sappiate usarlo, portarlo dietro durante l’attività fisica è scomodissimo. Lo stesso vale per il pugnale o per i calci: se non sapete come fare, evitate. Meglio, molto meglio un buon metro di tubo di gomma, che si porta facilmente alla cintura e mette fine a qualsiasi discussione già solo roteandolo. I cani, tutti, sono terrorizzati dallo spostamento d’aria di qualcosa che rotea sibilando. Se dovete colpire, MAI sulla groppa, non sentirebbe nulla, il cane ha una soglia del dolore molto superiore alla vostra, si è evoluto per combattere contro i suoi simili che hanno denti da sei centimetri e sopporta senza fermarsi morsi che a noi farebbero svenire dal dolore. Cercate sempre il bersaglio della testa, possibilmente il naso, ma anche le orecchie o la gola vanno bene. Avete a disposizione un solo colpo, quindi prendete bene la mira. Quando smette di abbaiare, avvicinandosi, quello è il momento appena prima dell’attacco.
Lo so, mi dispiace, probabilmente vi sto spaventando più di quanto vi stia istruendo, comunque se doveste trovarvi in situazioni di questo tipo, vedrete che mi ringrazierete. Possiate fare tesoro di queste regole senza metterle mai in pratica. Buone corse a tutti.