Passo Capponi, ovvero quella irresistibile voglia di scatenare la piazza.

Dice Gattoscrivente di Carlo Esposito

Credevamo che, con la nomina di Montagnani alla presidenza di ASD Passo Capponi, si sarebbe aperto un nuovo corso, più serio, più pacato, meno urlato. Invece il binario morto è sempre quello, anzi la velocità di questo treno in corsa aumenta, verso l’unica possibile conclusione.

Veniamo ai fatti.

Venerdì 23 ottobre, sulla pagina Facebook ufficiale di Passo Capponi, appare un post che ha qualcosa di inaudito e incredibile: viene pubblicato uno stralcio della  nuova sentenza di squalifica di Alessio Guidi! Eh, ci vuole una bella abilità a farsi squalificare QUATTRO ANNI  dal Tribunale Nazionale Antidoping, senza peraltro essersi dopato (non è mai stato riscontrato positivo a un controllo) eppure lui ci è riuscito.

Chapeau.

In particolare vengono dati in pasto ai social i nomi di quattro presidenti bolognesi che hanno segnalato le ripetute violazioni della (prima) squalifica di Guidi. Occorre ricordare che le sentenze del TNA NON sono pubbliche! Vengono date ai diretti interessati, che hanno facoltà di renderle pubbliche, ma ciò non è avvenuto. Non è stato Guidi a farlo, è stato Passo Capponi, con cui Guidi, essendo nella lista degli infrequentabili della World Antidoping Agency, non può e non deve avere nulla a che fare.

Cosa ancora più grave, la società Passo Capponi, pur avendo sottoscritto in quanto società Fidal il regolamento di Giustizia Sportiva del Coni, e le Norme Sportive Antidoping  elaborate da Nado su indicazioni della WADA, invece di stigmatizzare il comportamento del suo EX presidente, parla di brutta pagina del podismo bolognese, e afferma testualmente che “per dare un segnale forte, noi come Passo Capponi abbiamo deciso di non partecipare ad alcun evento sportivo organizzato da chi ha avviato questa seconda azione nei suoi confronti”.

Qualche cattivello potrebbe addirittura parlare di “intimidazione di testimone”, ma non io, io non capisco nulla di atletica e nemmeno di Doping. Io mi occupo di ETICA.

A mio parere la Società si sta macchiando di quell’atteggiamento discriminatorio che è la cosa più grave prevista dal Codice della Giustizia del CONI: per molto meno gli organizzatori della Maratona di Lucca e della Mezza di Trieste hanno passato un bruttissimo quarto d’ora (e speso parecchi soldini), anche se poi sono stati assolti dal tribunale federale.

La tesi di ASD Passo Capponi è inascoltabile, in quanto risultante di un totale capovolgimento di qualsiasi principio etico e logico. Oltre che del vocabolario. I quattro presidenti sarebbero dei delatori, degli INFAMI, lo avrebbero fatto per meschinità, per invidia, per cattiveria. Solito complottismo, soliti insulti ai diretti interessati, a nessuno viene in mente che abbiano fatto il proprio dovere. Quello che viene chiesto a qualsiasi atleta tesserato, a qualsiasi  sportivo, a qualsiasi cittadino. Quello che avrebbe dovuto fare Guidi e qualunque tesserato con ASD Passo capponi una volta venuti a conoscenza della presenza di Roberto Barbi a Bologna, quel primo Novembre 2018.

Siamo arrivati al delirio: se vedi uno stupro per strada non devi intervenire, devi farti i cazzi tuoi, a meno che non si tratti di tua figlia o di tua sorella. Se vedi un borseggiatore su un autobus devi tacere, a meno che il portafogli minacciato non sia il tuo, e non per paura, per principio.

Chi commette l’illecito è un perseguitato, un martire contro cui la giustizia si accanisce, mentre chi vede un illecito e lo denuncia viene senza pudore aggredito dal branco, con toni che scadono rapidamente nel ridicolo, nella violenza, nelle minacce, e in definitiva nel suicidio collettivo. Si parla addirittura di gomitate in bocca, di affogare questa gente sotto il Ponte di Calafuria a Livorno. Ecco in quali mani è la ASD Passo Capponi: dei sobillatori privi di qualsiasi etica, di qualsiasi morale, di qualsiasi logica, disposti a tutto (tranne che a discutere) pur di avere ragione, pur di difendere l’indifendibile. E tutti lo trovano assolutamente normale? Pare di si. Dozzine di condivisioni, tra cui il solito Bernagozzi, che si pregia di darci la definizione di “delatore” che ha trovato nell’enciclopedia Treccani.

Non abbiamo ancora finito.

Il giorno dopo, il Sabato 24 ottobre, entra in scena Andrea Accorsi, che in un apocalittico post afferma di essere “amico di Guidi”, e parla, riferendosi ai quattro denuncianti, di “vandalismo”, “massacrare vigorosamente”, “eucarestia con la cattiveria”, fino al gran finale: “forse da ragazzini vi davano fastidio quelli che LA METTEVANO SEMPRE DENTRO,  o che LO METTEVANO SEMPRE DENTRO”. Anche qui, centinaia di commenti, l’insulto è la cosa più leggera, si passa senza problema alcuno al vilipendio di magistratura e ad ulteriori, eventuali violazioni delle Norme Sportive Antidoping. Anche qui, dozzine di condivisioni, applausi, ululati di incitamento alla rivolta, il branco è pervaso da un piacere orgiastico senza precedenti nel rivendicare la propria appartenenza (che non c’entra nulla con l’amicizia, caro Andrea) e la propria fedeltà al maschio alfa. Spiace molto vedere addirittura lo stimato Luca Casadei, organizzatore della Maratona di Rimini, affermare di aver “visto a Rimini una squalificata per doping a Rimini correre con una in odore di nazionale, ma non arrivo al punto di mandare foto a un ente!” Ci auguriamo sinceramente che queste sue affermazioni non abbiano conseguenze per lui e per la Maratona di Rimini. Certo per Guidi sarebbe un colpaccio trascinare qualcuno di famoso con sé nell’onta di una squalifica per violazione delle Norme Sportive Antidoping. La tesi della persecuzione ne sarebbe oltremodo avvalorata. E ci era quasi riuscito andando da squalificato alla riunione del Comitato Podistico Bolognese, peccato che non abbia prestato orecchio a certi miagolii. Fantasia? Non lo dico io, lo dice la Fidal nella sentenza di squalifica a Guidi (si, perfino la Fidal) di quest’estate.

E il nostro infrequentabile? Si gode il trionfo, e nella serata di Domenica, 25 ottobre, ringrazia i suoi accoliti di questo caos senza scopo. Ancora una volta senza pensare alle conseguenze, ancora una volta confonde il conteggio compulsivo dei like con il sostegno vero, senza rendersi conto che sui social le cose che più si sprecano sono la solidarietà spicciola e la violenza verbale. Ma l’indignazione dei poveri di spirito dura molto meno di una carta sul fuoco, e tra solo un mese sarà dimenticato, e tre anni sono lunghi a passare. L’unico modo per lui di farsi notare è farsi squalificare ancora. In questo ha dimostrato di avere un notevole talento.

Nell’antica Grecia l’Atleta era un ideale a cui tendere: di bellezza, forza, integrità, rispetto, era un esempio.

Nell’antica Grecia si fermavano le guerre per disputare le Olimpiadi, e questa cosa era talmente sacra che era diventato un modo per calcolare il tempo e assegnare date agli eventi.

Oggi voi portate guerre inutili e infantili in ambiti ampiamente regolamentati, calpestando tutto, insultando chiunque, certi dell’impunità e della forza fasulla che deriva dal numero.

La vera domanda è, dunque: cosa c’entrate con l’Atletica? Voi siete  IL CONTRARIO dello sport.

Adesso chiamatemi DELATORE. Io me ne farò un vanto.