Lo confesso, ho un debole per le stelle emergenti dell'atletica nostrana. Tutti giovani dalla faccia pulita, con valori che il territorio e le famiglie a cui appartengono hanno radicato dentro di loro plasmando così uomini e donne, oltre che atleti. Valori che i primi importanti successi della loro carriera e una genuina ambizione, fondamentale per arrivare in alto, non hanno intaccato. Una di queste è certamente Nadia Battocletti: mezzofondista, figlia d'arte, come si diceva un tempo, a soli 20 anni è già due volte campionessa europea di cross, a cui va aggiunto un bronzo ai Campionati Europei juniors su pista nel 2017, nei 3000 metri.
Ciao Nadia, come e quanto ti stai allenando in questo momento?
Ho la fortuna di avere attrezzato una piccola palestra nel garage di casa, fornita di tapis roulant, pesi e altri attrezzi. Subito dopo lo stop imposto dalla legge, per due settimane non mi sono più allenata, ora mi sto allenando per quanto possibile ma non più di un'ora al giorno.
Prevedere quello che succederà nei prossimi mesi è molto complicato, come si fa ad allenarsi senza sapere in vista di di cosa?
Infatti è necessario che venga stilato un calendario, per avere la possibilità di porsi un obiettivo. Il problema principale perché questo avvenga, è garantire la sicurezza degli atleti: come si garantiscono le distanze di sicurezza in una gara? Questo solo per quanto riguarda la corsa, ma prova a pensare ad esempio ai saltatori in alto: il materasso su cui atterrano andrebbe sanificato dopo ogni singolo salto.
Rispetto al divieto di allenarsi che è stato esteso anche a voi professionisti, come ti poni?
Non critico questa decisione, sono a favore di tutto ciò che è stato fatto per garantire la salute pubblica, anche se certamente è stata una scelta difficile.
Il tuo papà è un allenatore esigente?
Si un sacco, sperava che i Campionati Italiani di cross del 14 e 15 marzo si sarebbero comunque disputati, ma a seguito dell'annullamento di tutte le gare anche lui si è dovuto arrendere all'evidenza, così abbiamo deciso di fermarci per un po'.
In quale aspetto pensi di dover migliorare ulteriormente?
Credo di dover migliorare il mio approccio dal punto di vista mentale. Penso sempre di non farcela quando mi aspetta un allenamento particolarmente duro, poi chiaramente non mai è così. Sono migliorata un po' durante l'inverno da questo punto di vista, ma devo fare un ulteriore piccolo salto.
C'è un atleta che per te è fonte di ispirazione?
Ce ne sono due. Uno è Roger Federer: oltre ad essere un atleta eccezionale per me rappresenta il giusto modo di approcciarsi allo sport. L'altro è Hicham El Guerrouj: nonostante la sfortuna abbia costellato la sua carriera, questa non è riuscita a fermare la sua volontà di correre. Lui per me è un esempio e mi sprona a dare sempre di più.
Come hai metabolizzato il rinvio di un anno dell'Olimpiade di Tokyo?
Per me il rinvio è una occasione dato che ho solo 20 anni, compiuti da qualche giorno. Ma capisco che ci sono atleti che pensavano di fare l'ultima Olimpiade a Tokyo e dopo quattro anni di duro lavoro, il mondo ti cade un po' addosso sapendo che dovrai aspettare e lavorare ancora. Credo però che tutti abbiano compreso la gravità del momento che stiamo vivendo, questo senza dubbio ha aiutato a lenire il dispiacere.
Meglio la pista o meglio il cross?
In passato di avrei detto il cross, mi piaceva la varietà dei percorsi che non davano riferimenti cronometrici. Adesso ti direi che mi manca la pista, anche perché lo scorso anno ho potuto saggiarla poco, per svariati motivi.
Qual è il successo al quale sei più legata, che ti appartiene di più?
Le vittorie ai campionati europei di cross. La prima vittoria, quella del 2018, è stata inattesa, non posso dire che non ci sperassi ma pareva troppo difficile da conquistare. Mentre la vittoria del 2019 è stata quella della conferma, ma anche della maturità.
Come dicevi prima, sei stata anche una giocatrice di tennis, come è maturata la scelta di dedicarti definitivamente all'atletica? I tuoi genitori hanno influito?
Devo dire grazie ai miei genitori, che mi hanno sempre incoraggiata a fare sport ma mai spinto per forza tra le braccia dell'atletica leggera. Mi piaceva molto giocare a tennis e tra l'altro a Cavareno c'è un centro bellissimo, ma l'evento che ha cambiato la mia vita è stata la storica Ciaspolada della Val di Non, gara sulla neve che nel 2007 mio padre vinse per la terza volta. Gli organizzatori mi dissero che se avessi voluto avrei potuto simbolicamente correre con lui il tratto finale , questo mi permise di tagliare il primo traguardo della mia vita. Da lì ne sono seguiti tanti altri. Comunque di sport ne ho fatti moltissimi: oltre il tennis ci sono stati il basket, il pattinaggio, lo snowboard...
Voi ragazze siete sempre più protagoniste del mondo della corsa, secondo te perché?
Credo sia il costante e naturale confronto con gli uomini. che stimola a volerci spingere sempre un più in là, nelle prestazioni e nel rendimento. Chiaramente gli uomini hanno un vantaggio fisico rispetto a noi, per quello dobbiamo metterci più cattiveria per avvicinarci il più possibile gli stessi risultati e ridurre il gap.
Come passi il tempo in queste settimane, a parte allenarti e studiare?
Sto studiando architettura, quindi passo quasi tutto il giorno al tavolo da disegno. La sera porto a spasso il mio cane, Roger, poi guardo un film con mia mamma. Una vota molto monotona al momento.
Gli studi a proposito, come vanno?
Vanno molto bene, ho scelto un indirizzo che mi appassiona. Sono molto felice.
Meglio la scarpe da corsa o col tacco?
Meglio i mocassini!! Tacco no per favore, non sono capace di camminarci sopra.
Qual è la prima cosa che farai quando saremo liberi di uscire di casa?
La prima cosa che farò sarà andare alla pasticceria nella parte bassa di Cavareno, insieme al mio cane, come facevo un tempo.