La vita a volte ti mette davanti ostacoli inattesi, proprio quando pensavi che fosse sufficiente proseguire in linea retta. Una sera di tre anni fa, Mirko stava rientrando a casa in moto e purtroppo non si è avveduto di uno di questi ostacoli. In seguito a quell'incidente ha perso una gamba, ma anziché arrendersi alla sfortuna questo simpatico ragazzone ha deciso che non sarebbe mai stato un invalido, sarebbe stato un atleta.
Ciao Mirko, come procede la preparazione in vista degli europei di Poznan?
A livello internazionale è la mia prima gara, la preparazione procede molto bene, mi sto allenando tutti i giorni, ora ancora sono nella fase di carico, poi all’inizio della prossima settimana comincerà quella di scarico. Ho un atteggiamento molto positivo, mi sento bene, anche se non mi sentirò mai pronto. Pensa che il giorno in cui ho partecipato alla qualificazioni, ero talmente convinto di non potercela fare che entrai in acqua in tutta tranquillità, senza alcuna aspettativa. Mi dicevo farò meglio il che posso, e andrà bene così.
Alla fine dell’estate ci saranno i mondiali, un altro appuntamento importante per te
Non è ancora certa la mia partecipazione, i mondiali si disputeranno a fine agosto, siglare un buon tempo agli europei probabilmente mi aprirebbe le porte anche di quella competizione. Siamo in tre contendenti per uno, forse due posti. Solo se rientrassimo tra primi otto migliori tempi al mondo, avremmo la possibilità di partecipare tutti e tre.
Tre anni fa ci fu il grave incidente che ti ha privato di una gamba, cosa ricordi?
Ero in moto, rientravo dal lavoro, era molto buio e sono finito fuori strada. Non avendo peso conoscenza, riuscii a trascinarmi di nuovo sul bordo della strada per chiedere aiuto.
E tu in quelle condizioni sei riuscito a trascinarti sul ciglio della strada?
Ti dirò di più: riuscii anche fumarmi una sigaretta! Non mi resi conto subito di quanto fosse grave la situazione.
Il mondo crolla addosso quando si subisce un intervento simile in giovane età, come si reagisce a uno shock simile?
Ci sono stati alcuni momenti di sconforto, non molti ma ci sono stati. La colpa non potevo darla a nessuno, perché mi sono reso conto di aver fatto tutto da solo. Forse un po’ alla sfortuna, quello sì, ma sono riuscito ad elaborare l’incidente come una possibilità, una brutta possibilità ma che può accadere nella vita di chiunque. Ho pensato ok, è successa una cosa negativa, comunque mi accadranno cose positive in seguito.
Perché hai scelto la canoa?
Prima mi avevano proposto la scherma, molto in auge grazie a Bebe Vio. Poi avevo tentato con il lancio del peso, perché dopo l’incidente il mio peso era aumentato di quasi vento chili, quindi il mio fisico si prestava molto a quella disciplina. Il bello è che quando decisi di cimentarmi nello sport paralimpico, in pochi credevano che avrei portato avanti questa sfida, mi incoraggiavano a provarci ma senza troppa convinzione.
Eri uno sportivo anche prima dell’incidente?
Non ero uno sportivo di alto livello, ma ho praticato judo per tanti anni. Ero più uno sportivo da tavola.
Quale motivazione ti spinge ad andare oltre la tue difficoltà ?
Le difficoltà stesse. Il fatto che io abbia perso la gamba, è stato il motivo per andare oltre la sfortuna.
Cosa vuoi dire con “la canoa mi ha salvato”?
La canoa mi ha permesso di non abbattermi, di non lasciarmi andare, dopo aver apparentemente perso tutto a una mano di carte, ho rimesso sul piatto la mia vita.
Il tuo prossimo sogno di realizzare sarà partecipare alle Paralimpiadi: con quali ambizioni?
Sì, è il mio obbiettivo per il prossimo anno. A dirtela tutta non ho ancora ben capito come funziona la qualificazione, so solo che devo ancora lavorare tanto, vorrei non solo partecipare, ma anche riuscire a fare bene.
l momento più brutto e quello più bello degli ultimi tre anni?
Il momento più difficile è stato l’anno scorso, ad agosto. Avrei dovuto partecipare a una gara nazionale, all’Idroscalo di Milano, ma a causa di alcuni disguidi non risultavo iscritto. Ero convinto di portare a casa una medaglia, invece non presi parte alla competizione. E’ stato un momento molto critico, mi ero preparato molto per quella gara, e tutto era andato in fumo a causa della burocrazia. Avevo praticamente deciso di smettere, passavo i pomeriggi a casa davanti alla tv, dopo il lavoro, anziché andare ad allenarmi. In seguito, grazie a persone che conobbi proprio all’idroscalo, decisi di cambiare club ed imbarcazione, e mi ributtai nella mischia. Quello più bello invece a Mantova, qualche mese fa, quando riuscii a qualificarmi per gli europei. A fine gara, uno dei miei avversari, che considero certamente più forte di me, mi gridò: “Grande Mirko”!!!
Fidanzata, famiglia e amici quanto sono importanti per reagire?
Sono stati tutti importantissimi, famiglia in primis. La mia ragazza non mi hai mai abbandonato, neanche per un minuto, non mi ha mai fatto sentire un disabile. L’unica cosa di cui si lamenta è che facciamo poche vacanze. Gli amici addirittura hanno organizzato una raccolta fondi per contribuire all’acquisto della mia protesi, che costava circa 30.000 euro, dandomi così una grossa mano.
Continui ad amare anche la moto, nonostante ti abbia tradito?
Sì, continuo ad amare la moto, perché lei non mi ha tradito sono stato io a tradirmi.