
Mirela Hilaj, da Corbetta, nella periferia milanese, da alcuni mesi sta facendo parlare di sé sempre di più. Grazie agli ottimi risultati che sta con conseguendo in questo 2019, tra i quali spicca anche una vittoria nella Maratona della Valle d'Aosta, alla sua prima edizione, si sta facendo sempre più notare nel mondo della corsa e in particolare delle ultramaratone. Andiamo insieme a conoscerla.
Ciao Mirela, tu sei una di quelle che vive sempre con la scarpe da corsa indosso, come si fa a non essere mai stanchi di correre?
"Direi che è una affermazione azzeccata la tua, in quanto nella vita di tutti i giorni uso le scarpe da corsa smesse. La verità è che se ami fare qualcosa questa cosa non ti stanca mai, almeno non mentalmente. Certo, ci sono gare in cui la fatica si fa sentire e non vedi l’ora di tagliare il traguardo, ma poi l’adrenalina prende il sopravvento e pensi già alla gara successiva. Nella corsa ho trovato la mia dimensione, per me è come tornare bambina e di tornare bambini non ci stanca. Inoltre nel gruppo a cui appartengo, la Tapascioni Running, ho trovato una seconda famiglia, i miei risultati sono anche i loro".
Come ti sei avvicinata alla corsa?
"E’ successo quattro anni fa, quando mi sono trasferita a Corbetta, in provincia di Milano. I miei vicini di casa, Raul Magistrelli, Debora Lotti e Sandro Buggio, che non finirò mai di ringraziare, una sera mi hanno invitata a fare una tapasciata. Quell’invito mi ha cambiato letteralmente la vita. In quell’occasione tra l’altro, utilizzai per la prima volta la maglietta dell’associazione Tutti per Fabio, che pone l’accento sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari, ed essendo i miei genitori cardiopatici, mi sento particolarmente vicina a queste problematiche".
Negli ultimi mesi hai colto eccellenti risultati, in particolare alla Nove Colli Running, alla Maratona della Val d'Aosta e alla Pistoia-Abetone. Ci vuoi parlare di queste tre gare?
"Si, da quando ho cominciato a prepararmi per la Nove Colli, a gennaio, la mia condizione è migliorata sempre di più, consentendomi di togliermi grandi soddisfazioni. In quattro mesi ho percorso circa 1700 km, questo mi ha consentito di arrivare alle tre gare in questione in grande forma. La sorpresa più grande è stata senza dubbio la vittoria alla prima edizione della Maratona della Valle d'Aosta. Comunque c'è da dire che avevo fatto bene anche in precedenza, nelle gare che avevo disputato in preparazione, come ad esempio alla 24 ore di Biella, dove sono arrivata seconda, o alla Tuscany Crossing dove sono arrivata terza".
Un buon risultato può essere soltanto un exploit, ma i tuoi cominciano a essere risultati in serie: Agata Christie diceva che tre indizi fanno una prova, tu sei andata oltre. Dove vuoi arrivare?
"Sinceramente non ho una idea precisa, non rincorro obbiettivi a tutti i costi. Mi piace tanto correre, soprattutto le lunghe distanze, sfidare me stessa e spostare un po' più in là il mio limite. Ci provo, mi diverto, se poi vengono anche i risultati, sono benaccetti".
Cosa scatta quando si decide di passare dalle maratone alle ultra?
"Non so dirtelo di preciso, a me in generale piacciono le sfide. La mia prima ultramaratona è stata la 50 km di Romagna. Avevo da poco conosciuto il mio attuale compagno Mirko Vitrani, che riuscì a convincermi a partecipare dicendomi: dai, sono solo 8 km in più rispetto a una maratona, vieni con me, la correremo insieme. Da quel momento tra me è l’ultramaratona è cominciata una storia d’amore che dura tuttora. Solo due mesi dopo quella gara, infatti, partecipai alla Pistoia-Abetone e quando arrivai in cima, tagliai il traguardo e scoppia in lacrime dalla gioia. Mi sembrò di toccare il cielo con un dito, letteralmente, e capii che le ultramaratone erano il mio mondo".
Di tutte le gare che hai corso, quali consideri la migliore?
"Ho corso quarantadue gare tra maratone e ultramaratone, difficile dire quale sia stata la mia migliore. Ti posso dire quelle che amo di più, che sono tre in realtà: Nove Colli Running, Pistoia-Abetone, Tuscany Crossing".
E la più sofferta?
"La Maratona di Roma, in quanto rientravo da un infortunio al bacino e i sanpietrini presenti sul percorso mi hanno fatto sentire molto dolore. Ho camminato per gran parte del tempo, ho fatto davvero fatica ad arrivare al traguardo, è stata anche la maratona dove ho siglato il tempo finale più alto, tra tutte quelle che ho disputato".
Qua è la gara che sogni e che non hai ancora corso?
"Dopo aver corso la Nove Colli, sogno solo una gara: La Spartathlon, in Grecia. E’ come dire le Olimpiadi dell’ultramaratona. A gennaio inoltrerò la pre-iscrizione, spero di venire selezionata, intanto continuerò a divertirmi in giro per l’Italia".
Sta prendendo sempre più piede il triathlon, ci hai mai pensato?
"No, non fa per me, l’acqua mi fa un po’ paura, preferisco stare con i piedi ben saldi a terra".
Che gare hai in programma per questa estate?
"Uhhh tante…come ultramaratona la prossima sarà la 100 km di Asolo, poi ad agosto farò alcune delle dieci maratone in dieci giorni al Lago D’orta, e a settembre ci sarà la Lupatotissima, valevole per il Campionato Italiano 24 ore su strada. Diciamo che quest’ultimo appuntamento è l’obbiettivo principale per quest’anno, vedremo che risultato ne uscirà. Vorrei riuscire a percorrere più dei 174 km che attualmente rappresentano la più lunga distanza che sono riuscita a percorrere, nel corso di una 24 ore. Se poi non arriva non fa nulla, l’importante è fare quello che mi piace, cioè correre".

