
Chissà perché di questi tempi, ogni iniziativa che la dirigenza del Milan intraprende, riesce sempre in tono minore. Accade anche per le celebrazioni dei 120 anni dei rossoneri, che sono più una scusa per fare festa coi tifosi in vista del Natale, e forse anche l'occasione per riaccendere un po' gli entusiasmi che questa finora deludente stagione hanno sopito. La sfilata di cosiddette leggende, prevista nell'intervallo della partita, contempla parecchi intrusi: Zaccardo, Laursen, Ielpo, Vierchowod, solo per citarne alcuni, vengono sacrilegamente invitati a sfilare sul red carpet insieme a Rivera, Baresi, Dida, Donadoni, Eranio che leggende lo sono state sul serio. Così finisce che sembra più l'adunata delle vecchie glorie, vere e presunte, che avevano la domenica libera. Un pochino il cuore si stringe dalla tristezza. In più ci si mette anche il Sassuolo, che prende ad esempio il personaggio di Gep Gambardella, protagonista del capolavoro cinematografico "La Grande Bellezza", che sosteneva quanto fosse bello non solo partecipare alle feste, ma anche avere il potere di farle fallire. I neroverdi infatti non collaborano, anzi, si mettono proprio di traverso, strappano lo zero a zero anche grazie a un po' di fortuna, rovinando definitivamente il ricevimento di San Siro.
La partita
Il Milan è meno brillante che nelle ultime apparizione, questo lo si intuisce fin dai primi minuti. Il pallino del gioco è in mano al Sassuolo, che gioca con coraggio nella metà campo dei padroni di casa, creando però molto poco in avanti. Il Milan agisce di rimessa, Theo Hernandez serve in area Calhanoglu che calcia a lato. Poi, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, la palla arriva tra i piedi del solito Hernandez che calcia da fuori area, trova la deviazione di un avversario e realizza il gol dell'uno a zero. Purtroppo per il Milan però, interviene il Var che annulla per un precedente fallo di mano di Kessie. San Siro ruggisce di rabbia contro l'arbitro, ma la decisione è corretta. Più tardi Bennacer, completamente solo, salta anche il portiere e si invola verso la porta sguarnita, ma anziché tirare cerca un compagno in area, così che la difesa del Sassuolo riesce a recuperare e mettere il pallone in angolo. Il primo tempo si chiude senza altre emozioni. La seconda frazione vede un Milan più tambureggiante, anche se gli errori in fase di costruzione sono davvero molteplici. In ogni caso, fioccano le occasioni da gol. Per ben due Bonaventura ha l'occasione di siglare il gol del vantaggio, ma prima la deviazione di un difensore, poi del portiere Pegolo gli negano la gioia del gol. Un colpo di testa di Piatek angolato, ma forse troppo debole viene neutralizzato dall'estremo difensore. Anche Paquetà vede deviato in angolo dal portiere un suo sinistro da distanza ravvicinata. Infine Leao, subentrato a Piatek centra due legni in pochi minuti: prima la traversa con un tiro a giro, poi il palo con un sinistro da fuori area. Certamente la fortuna non ha giocato con la maglia del Milan.
Il commento
Senza dubbio se una squadra meritava la vittoria questa era il Milan, Pegolo è stato il migliore in campo e questo la dice lunga sull'andamento della partita, ma a livello di gioco un piccolo passo indietro è stato compiuto. Forse tutta la baraonda per i 120 anni dei rossoneri ha tolto un po' di serenità a uno spogliatoio ancora troppo fragile a livello psicologico. Piatek si è mosso molto, forse addirittura troppo, dato che spesso i laterali non avevano nessuno da servire in area, ma comunque gioca un'altra partita col segno più. Bennacer, dopo il clamoroso gol mancato è caduto in una crisi irreversibile, sbagliando tutto ciò che era possibile sbagliare per tutto il resto della partita. Suso in ombra come di consueto. Kessie come a Bologna ha mostrato segnali di vita. Bene la difesa che non è mai stata in sofferenza, come bene il solito Hernandez in fase di spinta. Nel quarto d'ora che ha avuto a disposizione si è rivisto un Leao positivo, che potrebbe tornare a dire la sua in attacco. Infine si conferma tra i migliori Jack Bonaventura, instancabile lavoratore in mezzo al campo, pericoloso in avanti, volitivo in fase difensiva. A voi non ricorda Daniele Massaro?
Chiari messaggi ad Ibrahimovic
Prima della partita è apparso in tv Paolo Maldini, che approfittando della consueta domanda sul futuro di Ibrahimovic in maglia rossonera, ha lanciato allo svedese un chiaro messaggio: "Più i tempi si allungano, più il suo arrivo si fa difficile. Zlatan è sicuramente una opzione per noi, ma ne abbiamo anche altre". In soldoni il dirigente del Milan ha voluto far sapere allo svedese che la società non attenderà ancora a lungo un suo responso, e che ha già cominciato a battere altre strade.