
Devo essere sincero, nonostante abbia cercato di non abbandonarmi a facili critiche, lunedì sera alle 20, quando il calciomercato si è chiuso, un senso di insoddisfazione per l'immobilismo del Milan nelle ultime settimane si è fatto prepotente. La Gazzetta dello Sport ha dato un bel 7 come voto alle mosse di mercato dei rossoneri, io però mi permetto di dissentire. Se non fosse stato per l'acquisto di Tonali, è stato dato solo qualche colpo di stucco qua e là ad alcuni buchi, niente più di questo. Eppure le prime decisioni prese con la volontà di dare continuità a quanto la squadra stava facendo la scorsa estate, erano state molto sagge. Ottime infatti erano state le decisioni di riscattare Kjaer e Saelemaekers, che non saranno dei fuoriclasse ma che si sono rivelati molto utili e affidabili nello scacchiere di Pioli. Anche lo scambio alla pari, benché le due società ce la raccontino in un altro modo, tra Rebic e Andrè Silva era stata una scelta efficace e concreta, così la conferma di Ibra, arrivata forse con una settimana di ritardo, ma alla fine l'importante era che lo svedese restasse un altro anno a Milanello. Queste operazioni hanno permesso di consolidare le fondamenta della squadra. In seguito le cessioni a titolo definitivo di Reina, Ricardo Rodriguez, Paqauetà e Suso, così come il contratto scaduto di Biglia, hanno permesso all'allenatore di liberarsi di alcune zavorre e al bilancio di tornare parzialmente a sorridere: infatti oltre ad aver alleggerito le casse da ingaggi molto onerosi, hanno consentito di mettere da parte un bel tesoretto. A questo punto, per chiudere il cerchio, sarebbero dovuti arrivare 3/4 acquisti: non molti certo, ma mirati, arrivi che avrebbero consentito di fare il salto di qualità alla rosa. L'ingaggio di Tonali in questa ottica è stato perfetto, però servivano un difensore, un altro centrocampista e un vice Ibrahimovic. Beh, è qua che la macchina si è inceppata.
Dopo aver corteggiato a lungo Bakayoko, che aveva già fatto bene in rossonero, conosceva l'ambiente e poteva essere una valida alternativa a Kessie, non solo questi non è stato acquistato, ma si è consentito che andasse a rinforzare il Napoli, una diretta concorrente. Per quanto riguarda l'attacco, lasciando perdere Chiesa che era un obbiettivo chiaramente troppo costoso, sono arrivati Brahim Diaz e Hauge, che non sono certamente due prime punte. Il primo si sta rivelando molto utile e presto potrebbe sostituire Castillejo a destra, certo, ma è arrivato con la formula del prestito secco quindi l'anno prossimo non ci si potrà contare. Mentre Hauge, così come Leao e Colombo che sono rimasti, sono in realtà 3 punti interrogativi, mi spingerei a definirle scommesse: potrebbero fare molto bene ma anche molto male. Infine in difesa, l'arrivo del solo Kalulu non è neanche lontanamente sufficiente. Tomiyasu era una ottima alternativa sia come centrale che come terzino, magari non ai 25 milioni richiesti dal Bologna, ma si poteva trovare una soluzione diversa, con dei bonus o con una percentuale sulla eventuale rivendita. Invece resta una casella desolatamente vuota alla voce difensore centrale. Inoltre tornando all'attacco, serviva come l'aria un sostituto di Ibrahimovic, perché che un giocatore di 39 anni possa giocare 40 partite è da escludere nel modo più assoluto. Certamente dovrà fermarsi, per prevenire gli infortuni o proprio per curare un eventuale infortunio. Inoltre l'anno prossimo lo svedese non ci sarà, impensabile possa giocare in Serie A a 40 anni, forse prendere in considerazione già una alternativa fin da ora, fermo restando che un altro Ibrahimovic non c'è, era essenziale.
Alla luce di queste pecche evidenti, lascia perplessi l'aver lasciato libero a parametro zero una pedina utile come Bonaventura. Così come aver procrastinato il discorso rinnovo con Donnarumma e Calhanoglu. E in nessuno dei 2 casi sarà possibile aspettare troppo, perché arrivare a giungo senza rinnovo, significherebbe perderli entrambi. Se Pioli fosse invasato come Conte, e per fortuna non lo è, sarebbe andato in conferenza a stampa a sbraitare. Però una domanda se fossi nel tecnico del Milan alla società, in privato, la porrei: i 75 milioni da spendere sul mercato che avevate promesso a Rangnick, dove sono finiti?