Milan-Juventus: ecco perché perdere.. non sarebbe una sconfitta.

Lo hanno già detto in tanti, ma repetita iuvant, a quelli troppo corti di memoria: dodici mesi fa una situazione di classifica simile a quella attuale non solo non era credibile, ma neanche immaginabile. Il 6 Gennaio 2020, il Milan (immagine Photoviews) reduce dalla sonora scoppola in quel di Bergamo, si leccava le ferite e contro la Sampdoria non andava oltre lo zero a zero (che è stato l'ultimo in campionato fino a questo momento). Unica nota positiva di quel giorno, il ritorno in campo di Ibrahimovic in maglia rossonera, che quasi bagna il suo ritorno con il gol vittoria. Fine. Un anno dopo, quella stessa squadra (nella formazione iniziale di domani non dovrebbe comparire nessuno dei nuovi acquisti), è in testa alla classifica, con 10 punti sulla Juve, sebbene occorra ricordare che quest'ultima deve recuperare l'incontro col Napoli. Un sogno e anche una realtà, che ha superato anche la fantasie più ottimistiche di tutto il popolo milanista.

Proviamo a fare il punto della situazione. In questo momento il Milan è certamente più squadra dei bianconeri, ma a i livello individuale i nostri avversari sono senza dubbio più forti. Inoltre, sebbene la squadra di Pioli abbia dimostrato ampiamente di poter proseguire felicemente il proprio cammino anche senza Ibra (a proposito, se fossi Pioli, domani lo farei sedere in panchina anche se indisponibile, la sua presenza inquieta a prescindere qualunque rivale), inevitabilmente la sua assenza si farà sentire in un big match come quello contro i bianconeri, qualunque sarà il risultato finale. Perché nella maggior parte dei casi sono proprio i giocatori del calibro dello svedese o di Ronaldo, che con un episodio possono sbloccare questi match. Ciò non vuol dire che i rossoneri partiranno battuti, affatto, il Milan se la giocherà come ha fatto finora, ma forse occorre prevenire il "De Profundis" che molti detrattori sarebbero già pronti a recitare, in caso di sconfitta.

Dunque, male che vada, cosa accadrebbe se il Milan uscisse battuto? Alla resa dei conti, quasi nulla. Seppur condizionata al risultato del pomeriggio dell'Inter contro la Sampdoria (per la terza partita consecutiva i nerazzurri giocheranno prima dei cugini, ma quanto avrebbe latrato Conte a parti inverse?), vi è persino l'eventualità che conservi la testa della classifica. Mal che vada sarà seconda piazza. Certo Napoli, Roma e Juventus potrebbero avvicinarsi, ma resterebbero comunque a distanza di sicurezza. Inoltre nel corso del mese di gennaio ci saranno diversi intrecci tra di loro, questo consentirebbe all'attuale capolista di tornare in testa se scavalcata, oltre che allungare di nuovo sulle altre. E Magari vincere il tanto effimero, quanto utile a livello di autostima, titolo d'inverno. Inoltre c'è la cabala, che a livello tecnico non conta nulla, ma a livello di statistica spiega. Potrebbe spiegare che dopotutto, negli ultimi 27 incontri i rossoneri non hanno mai perso e che da quasi anno il Milan non cade in un scontro diretto, ovvero da quello sciagurato derby perso in rimonta nel febbraio 2020. Dopo di allora, solo Roma, Napoli e Atalanta sono riuscite a non perdere contro il Diavolo, ma certamente nessuno a vincere. Ecco perché con questi dati alla mano, perdere... non sarebbe una sconfitta.

Se invece dovesse arrivare una vittoria? A quel punto, le ambizioni scudetto del Milan non potrebbero più essere camuffate sotto le spoglie della giusta, seppur vana, prudenza. Con tutta la buona volontà non riesco immaginare attualmente un Milan fuori dalla zona Champions, che resta il primario obiettivo, si intende, ma avere la Juventus a distanza di 13 punti, a questo punto del campionato non vorrebbe dire tagliarla fuori, ma quasi. Inoltre potrebbe dare un vigoroso contraccolpo a livello psicologico alle altre rivali che contavano di avvicinarsi. Sembra incredibile ma dopo aver vagliato ogni possibile eventualità, chi ha più da perdere tra le due, è proprio la Juventus.