
Agata Christie diceva che 3 indizi fanno una prova, ma sebbene 3 siano le vittorie consecutive del Milan in questo inizio di 2020, e 3 sono anche i gol messi a segno ieri nella partita contro l'Udinese, in tutta onestà mi vorrei astenere per il momento, dal pronunciare frasi di giubilo e annunciare la rinascita del Milan. Tantissime volte negli ultimi anni abbiamo creduto di assistere alla partita della svolta, che alla resa dei conti si rivelava per quello che era in realtà:un successo episodico. Certo è però che i rossoneri hanno avuto la capacità di lottare per gran parte dell'incontro con l'Udinese, ribaltare l'iniziale svantaggio, subire a loro volta il ritorno dei friulani e tornare davanti grazie a un gol sul filo di lana di un Rebic sorprendente, subentrato nel secondo tempo a un Bonaventura insolitamente fuori dalla partita.
Il dato che più di tutti sottolinea un cambio di rotta e di atteggiamento in campo, è quello dei gol segnati. Nelle ultime 3 partite, tra campionato e Coppa Italia, non solo il Milan ha colto 3 vittorie ma soprattutto ha violato per ben 8 volte la porta avversaria. Un dato che stravolge totalmente quello che era l'andamento complessivo della squadra, fino alla partita casalinga contro Sampdoria: la casellina dei gol realizzati infatti, agonizzava con sole 16 segnature. Nonostante un solo bersaglio sia targato Ibrahimovic, è impossibile non vedere in questo radicale progresso della forza realizzativa della squadra di Pioli, l'enorme contributo dello svedese nell'aprire varchi per i compagni. Chiedere a Nocerino, Robinho o Boateng, che sono stati i principali beneficiari tra i compagni di squadra nella sua prima esperienza milanista. Anche il cambio di modulo ha contribuito. Che sia 4-4-2- o 4-2-3-1 a seconda della situazione di gioco, parliamo certamente di una disposizione in campo che più si adatta alle caratteristiche dei giocatori a disposizione del tecnico, non più schiavo di Suso e di un inefficace 4-3-3 (che di fatto era un 4-5-1) che lasciava troppo isolata una punta, Piatek, che ha bisogno come il pane di essere servita. Scendendo nel dettaglio, la partita ieri non ha visto il Milan padrone del gioco anzi. In tutta onestà, senza la sconsiderata uscita che ha regalato il vantaggio ai bianconeri, Donnarumma sarebbe potuto essere tranquillamente il migliore in campo dei suoi. Sono almeno 3 gli interventi che hanno tenuto a galla la sua squadra, di cui 2 che sanno di prodigioso. Come però diceva un saggio allenatore della vecchia guardia, il portiere è lì per parare. Ed è proprio sulle parate del proprio estremo difensore, che i rossoneri costruiscono il loro successo di ieri.
Dopo un primo tempo deludente, la ripresa si apre con l'immediato pareggio siglato da un Rebic mai visto fino ad ora con la maglia del Milan. Questo evidentemente sveglia la squadra dal suo torpore, se non a livello di gioco, quantomeno per quel che riguarda la combattività. Così come a volte accade nel pugilato, i due contendenti cominciano a scambiarsi colpi in successione, in questo caso sotto forma di azioni gol. La differenza è che L'udinese trova sulla sua strada un grande portiere, mentre il Milan riesce ad andare a bersaglio. Prima il solito Theo Hernandez porta in vantaggio i suoi con un tiro al volo da fuori area, poi è di nuovo Rebic, a 20 secondi dal fischio finale, ad andare in slalom al limite dell'area e calciare alla sinistra del portiere Musso per il 3-2 finale, dopo che Lasagna aveva ristabilito le distanze soltanto cinque minuti prima . Gol che vuol dire terza vittoria consecutiva per Pioli. Non è successo di frequente al Milan, negli ultimi tempi, di concludere la prima frazione tra i fischi del pubblico, e il secondo tra gli applausi. Non è il caso di montarsi la testa, sia chiaro, la classifica è ancora deficitaria, le lacune caratteriali e tecniche della squadra ancora sono palpabili, ma qualche raggio di luce si sta facendo largo tra le nubi. Bisogna continuare a lavorare e fare quanti più punti possibili, tenendo la testa bassa e non guardando mai più in là della prossima partita. Solo così si potrà non dico rendere dolce, ma meno amara si, questa stagione che era partita con sogni di Champions League.