Mercato Milan: tanta spesa, ma quanta resa?

Si è chiusa una lunga, forse troppo, finestra di mercato estiva e ora non si attendono che i futuri responsi dal campo. Prima però di affidarsi totalmente all’oggettività dei risultati, proviamo a fare una analisi, il più possibile logica, di quella che è stata per il Milan la sessione di calciomercato appena conclusa.

La prima cosa che salta all’occhio è che nessuna cessione dei pezzi pregiati della rosa ha avuto luogo: Donnarumma, Suso, Kessie e Romagnoli sono rimasti al loro posto. L’analisi a questo punto biforca in due direzioni molto diverse, la prima: la società ha voluto dare continuità e ha preferito non indebolire la squadra, non sacrificando pedine importanti sull’altare del bilancio. La seconda, è più amara, ma forse non meno veritiera: i pezzi pregiati del Milan, forse non sono così pregiati. La realtà dei fatti è che per nessuno dei big citati in precedenza, sono arrivate concrete offerte d’acquisto. Qualche timida avance a Donnarumma e Suso, da quanto ci è dato sapere, ma nulla di solido. Al capitolo realizzi si annotano le cessioni di Laxalt, in prestito, di Zapata e un po’ a sorpresa quella di Cutrone. Il giovane attaccante cresciuto nella cantera milanista aveva dimostrato grande attaccamento alla maglia, un impagabile impegno e una più discreta confidenza con il gol. Ancora più sorprendente è la cifra vergata sullo scontrino che il Milan ha presentato al Wolverhampton: coi prezzi che aleggiano leggeri come foglie, trasportate dal vento del calciomercato, i 18 milioni di euro versati dagli inglesi sono sembrati una richiesta modesta. Certo, una agevole plusvalenza, ma se è solo questo il reale motivo della cessione di Cutrone, è davvero triste per il nostro calcio. Gustavo Gomez, Simic e Strinic, impalpabili comprimari nella stagione passata, hanno preparato il loro fagotto e hanno abbandonato Milanello nel totale anonimato, chi per pochi “spicci”, come i primi due, chi addirittura rescindendo il proprio contratto, come Strinic.

Anche Bakaioko ha fatto le valige, terminata la sua stagione in prestito la società di via Aldo Rossi ha preferito, come già noto da mesi, non riscattare il francese. Chi vi scrive, pensa che molti dei milioni spesi un po’ alla cieca per Leao, sarebbero stati meglio spesi per il centrocampista che la scorsa stagione, a parte qualche comportamento censurabile, ma non così rilevante, era stato uno dei migliori per rendimento.

Veniamo allora allora agli acquisti e partiamo proprio da Leao. Una giovane promessa, come viene definito questo portoghese. Io lo spero tanto, per il momento è una promessa costosissima, perché per la cifra spesa per l’attaccante proveniente dal Lille, mi aspetto certezze, non promesse. Finora ha visto pochissimo il campo, e non è un bellissimo segno. Inoltre è stato acquistato per affiancare potenzialmente Piatek in attacco, ma dopo un paio di giornate di campionato sembra che il tecnico Giampaolo voglia già tornare allo schema che prevede una sola punta. Il cerchio, come si sul dire, a questo punto si restringe. Vedremo cosa accadrà. Theo Hernandez, terzino in esubero al Real Madrid, si era presentato bene nelle amichevoli estive, ma ha fatto subito crack, quindi non è mai stato a disposizione dell’allenatore. Duarte, anch’esso difensore ma centrale, devo purtroppo ammettere è a me totalmente sconosciuto, anche lui il campo l’ha visto spesso dalla panchina e non saprei proprio cosa aspettarmi. Se non altro, visto che anche lui viene considerato un prospetto, è stato pagato come prospetto, più o meno. Venendo al centrocampo, ci sono stati gli innesti di Bennacer e Krunic, entrambi dall’Empoli. Bennacer molto probabilmente avrà presto le chiavi della cabina di regia milanista, anche perché Biglia è quasi un ex giocatore e Calhanoglu ha già ampiamente dimostrato di non poter giocare in quella posizione. Krunic è una riserva, nulla più di questo.

Infine c’è la doppia operazione che ha portato alla scambio Rebic-André Silva sull’asse Milano-Francorte. Silva continuo a pensare che sia un giocatore dall’enorme potenziale, finora inespresso e purtroppo più il tempo passa più sarà difficile che il suo talento emerga. Se non sboccerà all’Entracht la sua carriera finirà per galleggiare a largo della mediocrità. Rebic è il giocatore alla Perisic, un po’ mezza punta, un po’ seconda punta, che chiedeva Giampaolo. In Germania si è comportato discretamente, la precedente esperienza nel nostro campionato, alla Fiorentina, era stata molto meno positiva.

In conclusione, un mercato quello del Milan, dove molti soldi sono stati spesi per acquistare giocatori che offrono poche garanzie, mentre molti pochi ne sono stati incassati. Non resta che sperare che qualche promessa, finalmente, venga mantenuta.