Lettera aperta al Procuratore Federale Alfredo Montagna

Dice Scrivente di Carlo Esposito

Al Procuratore Federale Dott. Alfredo Montagna.

Signor Procuratore, mi permetta di riepilogare l’attività del Suo Ufficio nei confronti del sottoscritto.

1) Il 7/1/2020 il Tribunale Federale squalificava un certo Carlo Esposito (proc. 34/2019 R.G. Proc.Fed.) per sessanta giorni. Veniva omesso di notificare a costui l’intenzione di procedere al deferimento, violando pertanto il suo diritto costituzionale a difendersi, sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana all’articolo 24. Del resto, nella succitata sentenza, che La invito a rileggere, di codesto Esposito Carlo non viene indicata la data di nascita, il numero di tessera, o che so, il codice fiscale, qualsiasi cosa che possa aiutare a identificarlo. Io mi chiamo così, ma non so se sono io. Appresi la cosa dai social network, a seguito del linciaggio mediatico che ho dovuto subire e di cui La ringrazio, constatando di essere stato condannato in contumacia, come Dante Alighieri. Questa farsesca vicenda ha ispirato il titolo e la struttura del mio ultimo libro, “Inferno 2019”, che grazie anche a Lei e ai componenti del collegio giudicante, si sta vendendo benissimo. Idee regalo per Natale.

2) il 9 marzo 2020 venivo contattato telefonicamente dalla segretaria di codesto ufficio, tale Raffaella Felici, che mi chiedeva appunto data di nascita e indirizzo mail al fine di comunicarmi una nuova intenzione di procedere a deferimento. Nel soddisfare di buon grado le richieste, manifestavo estremo disappunto per il trattamento ricevuto nella precedente occasione, quindi la signora interruppe precipitosamente la telefonata affermando che si sarebbe informata e mi avrebbe ricontattato. Mai più sentita. Però a questo punto qualsiasi primate dotato di pollice opponibile direbbe: ma allora il numero lo avevate? Ma certo che sì, date le mie numerose segnalazioni a codesto ufficio che mai hanno avuto seguito. Posso fornirLe ampio riscontro.

3) Mi veniva in seguito correttamente notificata a mezzo mail la decisione di procedere a deferimento, alla quale rispondevo sollecitamente che non era mia intenzione produrre alcuna memoria difensiva, in quanto non riconosco la legittimità del Tribunale Federale per i motivi sopra esposti. Con decisione n° 11 dell’8 giugno 2020 (proc.5/2020 R.G. Proc.Fed.) venivo squalificato per tre mesi. Stavolta nella sentenza si legge chiaramente la mia data di nascita e il mio numero di tessera del 2019. Bene, se non altro avete imparato a fare le notifiche e a identificare univocamente le persone, penserebbe la gente. E invece no, adesso arriva il bello.

4) in data 8/10/2020 alla mia amica Barbara Taffurelli veniva comunicata a mezzo mail dal Suo Ufficio l’intenzione di procedere a deferimento (Proc. 26/2020 R.G. Proc. Fed) nei confronti di ESPOSITO CARLO e della sopra menzionata Barbara Taffurelli. Ancora una volta, io non ho ricevuto alcuna comunicazione. L’indirizzo di residenza attribuitomi è inesistente e l’indirizzo PEC riportato in codesto protocollo non mi appartiene. Inoltre, viene riportato un numero di tessera EPS, pur non essendo mai stato io tesserato con un EPS. Pertanto, ancora una volta, state apertamente violando il mio diritto costituzionale a difendermi. Inoltre vengo a sapere della vostra attività nei miei confronti per puro caso. E vabbè, vi sarete persi le carte. Onde evitare che ad un poveraccio mio omonimo sia notificata una squalifica che non merita, vi vengo incontro, pertanto vi scrivo in forma privata il mio indirizzo email e il mio numero di telefono. Nel merito degli eventi ascrittimi in codesta intenzione di procedere a deferimento, tengo a precisare che in nessun caso ho scritto qualcosa di lesivo o discriminatorio, non  travalicando quindi la libertà di espressione sancita dalla Costituzione della Repubblica Italiana, all’articolo 24. Consiglierei una rilettura. Idee regalo per Natale, parte seconda. Il signor Alberico Di Cecco, poi, è stato effettivamente indagato nell’anno 2006, nel corso dell’operazione White Winter della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. La sua abitazione è stata perquisita e sono state trovate diverse sostanze proibite, per cui gli è stato imposto l’obbligo di dimora. Successivamente nel 2008 è stato squalificato per doping, in particolare per positività alla sostanza EPO. Tutti questi sono dati di fatto oggettivi, incontestabili e riportati dai maggiori quotidiani nazionali. Non vedo dunque cosa ci possa essere di lesivo e discriminatorio nel riportarli.

Non intendo produrre alcuna memoria difensiva, e Le rammento che non sono tesserato, non lo ero al momento dei fatti ascrittimi, (la cui data riportata è anch’essa errata) e che non riconosco la legittimità del  Tribunale Federale e nemmeno la correttezza (formale e sostanziale) dell’azione del Suo ufficio.

Nell’auspicare di non essere più disturbato per tali puerili questioni, Le ricordo che Lei stesso, e l’intero collegio giudicante, avete violato più volte, nei miei confronti, quegli articoli 1 e 2 del Codice del Regolamento di Giustizia della Federazione, che mi dite di avere infranto, ovvero non siete stati né probi, né leali, né corretti, e nemmeno disciplinati.

Potete anche dire di applicare la legge (cosa sulla quale nutro molti dubbi), ma non ne siete al di sopra.

I miei più sprezzanti saluti.

Carlo Esposito.