La strana, stranissima idea di democrazia della Fidal.

Dice Gattoscrivente di Carlo Esposito

È straordinario come pochissimi siano a conoscenza del sistema di votazione in Fidal.
Eppure il sistema di votazione è tutto in una democrazia rappresentativa: basti pensare al sistema americano dei grandi elettori, concepito per cercare di equiparare il peso degli Stati piccoli e popolosi della East Coast con quello degli Stati semidesertici e spopolati del Mid West. Se si dicesse semplicemente “un uomo, un voto!”, gli eletti penserebbero solo e soltanto a certi stati, dimenticandone altri.
Vogliamo vedere come è fatto male il sistema elettorale in FIDAL?
Bene, all’articolo 32 si dice che ciascuna società affiliata ha diritto a dieci voti. Tutte, indistintamente: gli sciocchi Puffi del Salento, la società della Patafiocca che ciancia di violenza sulle donne,  giganti come Barletta Sportiva o Podistica Solidarietà contano allo stesso modo.
Sì, avete capito bene: la ASD Atletica Dugenta, che ha 40 tesserati, ha lo STESSO PESO che so, del Gruppo Sportivo Bancari Romani, che ne ha un migliaio, e che organizza la Roma-Ostia Half Marathon, la più importante mezza italiana.
Certo, se si dicesse semplicemente “UN UOMO, UN VOTO” probabilmente in breve tempo scomparirebbero molte piccole società, e ci sarebbe un grosso accorpamento in poche società più grandi.
Siamo sicuri che sia un male? Proliferazione di società, proliferazione di garette.
La garetta di società è il modo più semplice per fare soldi e autofinanziarsi. Per cui, proliferazione di società, proliferazione di garette. Nell’era pre-Covid praticamente ogni domenica c’erano svariate centinaia di gare podistiche sparse sul territorio nazionale.
Da anni ci si lamenta di questa incontrollabile proliferazione,  si tratta di competizioni organizzate da gente, per usare un eufemismo, assolutamente improvvisata, che usa l’atletica per i propri scopi, elargire prebende, avere visibilità locale, pulire soldi tramite sponsorizzazioni opache che sfuggono a qualunque controllo. I servizi per gli atleti si riducono, qualità e sicurezza sono optional, in una bulimia senza fine, e la possibilità di fare controlli per avere uno sport più sano e pulito è azzerata.
Il problema più grave a mio parere è un altro: la Fidal le TASSE le prende PER ATLETA! Ad esempio alla Roma-Ostia un euro ad arrivato, ovvero circa diecimila euro. Anche i  venti euro di tesseramento sono per ciascun atleta!
E allora, ritornando all’esempio americano, ricordate che i patrioti che nel 1770 a Boston si sono fatti massacrare dagli inglesi marciavano al grido  “NO TAXATION WITHOUT REPRESENTATION”!

Voi Podisti non siete altro, oggi, che vacche da mungere, e in tempi di magra, come oggi, da mandare al macello.
Ma non è finita.
Le assemblee regionali e provinciali, che esprimono i loro delegati in seno all’assemblea nazionale, vengono elette con lo stesso sistema, MA, in base alle classifiche di società nei vari campionati regionali, provinciali e assoluti, possono esprimere un maggior numero di voti al momento delle elezioni dei Comitati regionali e provinciali.
Questo lo sapete che significa?
Che le assemblee regionali e provinciali (e di conseguenza quella nazionale) sono egemonizzate dai gruppi militari, quelli che PAGANO la gente per correre e allenarsi (con i soldi dei cittadini, eh) e spiega anche la disastrosa guerra tra poveri (presidenti) per accaparrarsi atleti in grado di portare a casa qualcosa.
Inoltre, una regione poco popolosa atleticamente parlando come la Basilicata, il Molise, la Liguria, la Valle D’Aosta.... avrà pochissime probabilità di avere un peso all’assemblea nazionale.
E difatti, se andate a guardare la composizione dell’Assemblea Nazionale uscente, vi renderete conto di quanto gli effetti di questo sistema imbarazzerebbero perfino un Afrikaner degli anni 50.
Infine, permettetemi, si spiega  almeno in parte anche il vergognoso giustificazionismo e la finta tolleranza nei confronti del DOPING: un atleta forte, ancorché dopato, mi serve. Mi porta punti, mi dà peso politico, potere e prestigio, possibilità di avere sponsor. Non penserete che i dopati facciano tutto da soli nel procurarsi la roba?
Adesso capite anche perché presidenti e organizzatori chiudono un occhio (quando non sono apertamente complici) su tagli, scambi di pettorali, irregolarità di ogni genere.
Quindi, rilassatevi, che venga eletto o meno Stefano Mei, non cambierà assolutamente nulla. Gli eletti, da sempre, si curano degli interessi dei propri elettori. Perché dovrebbero preoccuparsi degli altri?
Se non cambia il sistema elettorale, avrete sempre l’Apartheid. Continuerete a contare ZERO. Forse meno. Che a voi tanto, interessa la medaglietta e il selfie di gruppo con la lingua di fuori, possibilmente abbracciati a una gnocca con le belle tette in mostra che dice di correre. Vi hanno detto di pensare alla passione, vi hanno seppellito di bugie e retorica, mente vi toglievano la sedia da sotto il culo.

E state tranquilli che certi stipendi d’oro vengono pagati coi soldi della gran massa dei tapascioni.