La mia esperienza con Poste Italiane: quando ad essere spedito sei tu... all'inferno.

Faccio una premessa, sono un giornalista e non mi fa onore scrivere un articolo per motivi personali, ma non sono riuscito a trattenermi. Cercherò di buttarla sull'ironia ma credo che questa storia, uguale a tante altre che al contrario di me non hanno modo di far arrivare la loro voce lontano, vada raccontata. Perché voglio credere che tutti gli accadimenti siano casuali e dettati dalla sfortuna, però il puzzo della profezia che si auto-avvera non riesco a scacciarlo. I fatti. Il giorno 8 luglio, dopo mille peripezie che non vi sto a elencare, riesco a vendere su Ebay il mio Iphone X. La ragazza che lo ha acquistato mi chiede gentilmente di spedirlo il giorno stesso, perché ha una certa fretta. Il pomeriggio quindi mi reco all'ufficio postale di Brugherio, sito in piazza Papa Giovanni XXIII e mi accingo a spedire il pacco. La spedizione più rapida a disposizione, Poste delivery express prevede la consegna in 3 giorni. Perfetto. Quando sono allo sportello, l'impiegata da prima mi chiede di indicare il contenuto del pacco, poi quando legge ciò che ho scritto mi dice "È sicuro di non volerlo assicurare"?

Io sinceramente non ci avevo pensato, purtroppo però non ho con me una fattura o una ricevuta che possa valere come pezza d'appoggio per assicurare la spedizione. In ogni caso l'oggetto è usato, sarebbe impossibile assicurarlo per il suo reale valore attuale. Quando rispondo che "no, non lo posso assicurare" si guarda intorno un po' smarrita, sembrerebbe non voler avere lei l'onere di fare l'accettazione di quel pacco. L'impressione che ne ho avuto, naturalmente col senno di poi, è che conoscendo i propri polli (i colleghi che lavorano nei centri di smistamento) immaginava che fine avrebbe fatto quel fagotto. Io, che sono un ingenuo, lo ammetto, non me curo e invio un sms alla ragazza che ha acquistato il mio telefono, assicurandole che la spedizione è partita. Purtroppo non lo riceverà mai.

Seguo la spedizione su internet per alcuni giorni, risulta fermo al centro di smistamento Milano 1. Ho pensato che fossero un po' ritardo, in fondo siamo usciti dal lockdown da poco più di un mese, probabilmente questo è stato un problema che ha condizionato il normale svolgimento del lavoro, per quello sono un po' in ritardo con le consegne. Ma quando il ritardo diventa di una settimana mi preoccupo. Faccio quella che sarà la prima di una serie di telefonate al call center di Poste. Stranamente prendo la linea molto rapidamente: sarà la prima e ultima volta nel corso di questi mesi. L'operatore è gentilissimo e mi spiega che devo fare un reclamo via web. Faccio questo reclamo, compilo il form, alla fine mi viene richiesto di allegare foto della ricevuta di spedizione, se voglio il rimborso dell'importo speso. Sinceramente il rimborso dei 12 euro spesi per la spedizione non sono il mio primo pensiero, così colpevolmente lascio passare un po' di tempo prima di allegarla. Intanto però nel form ho inserito il numero di spedizione, quindi se chi di dovere volesse DAVVERO ritrovare il mio pacco, potrebbe iniziare a effettuare le ricerche. Invece questo non accadrà. Intanto ho restituito i soldi alla mia cliente, che nel frattempo, giustamente, friggeva per ricevere la merce.

Chiamo più volte con molte difficoltà, a volte mentre sono in attesa la linea cade, oppure sono costretto a chiudere la comunicazione dopo aver passato0 molto tempo in stend by. A inizio agosto, finalmente riesco a parlare con una operatrice e per la prima volta, seppur in modo educato, comincio a essere fermo al telefono e un po' meno gentile. Alla frase "Mi scusi, adesso manca solo che la colpa sia mia se il pacco è stato smarrito" l'operatrice, sbarella, fa uno sproloquio poi chiude la telefonata. A quel punto non richiamo più, so già che il pacco è stato "smarrito" nei meandri degli hangar di Poste Italiane/Sda e probabilmente giace tra le mani di qualche dipendente. So che non lo riavrò mai più indietro. E infatti oggi, a 2 mesi esatti di distanza, col ticket numero 8004610299 arriva questa risposta automatica:

«Gentile Cliente,

a seguito di verifiche interne, Le comunichiamo che la spedizione XA732571902IT è stata smarrita.
Pertanto, abbiamo avviato la procedura per corrisponderLe l'indennizzo, pari a € 50,00 come previsto dalla Carta dei Servizi Postali Universali. L'importo Le sarà corrisposto con assegno postale tramite Raccomandata entro 40 giorni lavorativi.
Si fa presente, altresì, che Poste Italiane non assume in nessun caso la responsabilità per danni indiretti derivanti da mancato recapito».

Saluti

Intendiamoci, ormai lo sapevo che sarebbe finita così, non avevo dubbio alcuno, mi ero messo l'anima in pace. Però volevo scacciare un po' l'amarezza del consumatore costretto a subire, nessuno si è mai messo davvero alla caccia di questo pacco, se qualcuno avesse voluto farlo, la ricerca sarebbe iniziata immediatamente. Questa è stata davvero una profezia auto-avverata. Quella domanda fatta allo sportello, era posta da una persona che sapeva come funzionano le cose nell'azienda in cui lavora, che voleva mettermi in guardia, ma io che ne potevo sapere? Non ricordo di aver mai spedito altri pacchi con Poste e certamente mai più lo farò. Per quanto riguarda quei 50 euro, consiglio Poste di conservarle tranquillamente, magari riescono a migliorare il servizio.

Saluti.