
Non mi piace emettere sentenze all’alba di un torneo, tanto più se questo torneo è quello che assegna il più importante alloro per club al mondo: la Champions League. Devo però rilevare come, dopo questo primo turno della lega dei campioni, si avverta la forte sensazione che un ciclo sia al tramonto per molte delle squadre che sono da circa dieci anni a questa parte, padroni di casa e coinquilini dell’albo d’oro, tre su tutte: Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco. Non cito il Manchester United, solo perché ha anticipato il suo processo di decadenza già da qualche anno, rispetto alle avversarie.
Il Barcellona visto ieri sera contro il Borussia Dortmund è parso poco extra e molto terrestre, salvando il prezioso pareggio solo grazie alla prodezze di Ter Stegen, che ha parato un calcio di rigore che, se realizzato, poteva già porre gli spagnoli in una posizione molto critica. Quello catalano è forse il club che più di tutti può permettersi di spendere sul mercato, disponendo di risorse pressoché illimitate. Sappiamo bene però come il calcio abbia spesso dimostrato che l’anima non si compra, e questa squadra che sta piano piano lasciando lungo il proprio percorso i protagonisti che hanno reso leggendaria la loro storia recente, li sta sostituendo con giocatori di altissimo livello ma che non hanno il soul blaugrana. E si vede.
Il Real Madrid, che già dallo scorso anno ha mostrato sulla propria livrea crepe, nonché scricchiolii all’interno della propria struttura, è stato suonato come un tamburo dal Paris Saint Germain, una squadra per collezionisti, che mette insieme nome altisonanti senza alcun criterio. Il PSG è come una casa che viene costruita a partire dal tetto, anziché dalla fondamenta, per questo motivo non arriva e non arriverà mai da nessuna parte. E’ già troppo tardi per i blancos per correre ai ripari, è iniziato un declino inesorabile che li porterà all’amara constatazione che anche il loro ciclo è ormai chiuso.
Il Bayern Monaco è l’unica di queste nobili signore del calcio in decadenza ad aver vinto la propria partita d'esordio, ma anche loro paiono una squadra battibilissima e tutt’altro che irresistibile. Nell’incertezza qualche pezzo grosso, come Ribery, l’anno prepensionato, ma senza trovare un equivalente dal medesimo valore tecnico in sostituzione di quegli elementi arrivati a fine corsa.
A questo punto potrebbe essere davvero l’anno di una Juventus molto vicina anche lei al precipizio del fine ciclo, ma con un anno di vantaggio rispetto alle sopracitate avversarie. Infatti l’anno prossimo i bianconeri non si potranno presentare nuovamente con questa rosa, che andrà profondamente rivista. Ronaldo ha già in mano il biglietto per la Cina, e spera con la conquista della agognata Coppa dei Campioni in casa bianconera, di ottenere il il visto e imbarcarsi per l'oriente. La difesa di Sarri è probabilmente una delle più vecchie in Europa, anche alcuni elementi del centrocampo, come ad esempio Khedira e Pjanic cominciano ad avere una certa stagionatura. Questo è l’anno in cui la Juventus deve fare all-in, prima che un rimescolamento delle carte in tavola cambi radicalmente le gerarchie delle grandi d’Europa, il prossimo anno.