Juventus-Milan, il ritorno

Inutile nasconderlo, è stato bello tornare. Tornare a godersi una partita di calcio, seppure in una atmosfera surreale. Il minuto di silenzio iniziale, ha ricordato a tutti che le truppe in ritirata del Covid hanno lasciato una lunghissima scia di morte, alle spalle. Ma la vita è proseguita dopo ogni catastrofe abbattutasi sulla storia dell'uomo, così sarà anche questa volta.

Ritorno al calcio giocato quindi, e ritorno della semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Milan. Circa 4 mesi fa, a San Siro era terminata 1-1, dopo che il Milan aveva condotto la partita sia a livello di gioco che di risultato. Poi, un discusso rigore di Ronaldo, aveva permesso alla Juve di trovare il pareggio e mettere in cassaforte il passaggio in finale. E così è stato. Per la squadra di Sarri ieri sera, poca spesa e tanta resa. Passaggio del turno senza troppi fronzoli, né fatica. Se da un lato non si può dire di essere morti di noia, certamente non abbiamo assistito alla grande bellezza. A inizio partita il Milan è parso una bicicletta che andava incontro a un tir. Nella prima mezz'ora la Juventus ha giocato in maniera brillante, veloce, una marea che pareva pronta a travolgere il Milan. I bianconeri ottengono anche un calcio di rigore dopo 15 minuti, Ronaldo però si fa deviare sul palo da Donnarumma. Ma non c'è neanche il tempo di gioire per gli uomini di Pioli, perché sulla successiva ripartenza Rebic commette un assurdo fallo, a gamba alta e tesissima su Danilo: se lo prende bene lo ammazza, rosso indiscutibile (Foto Lapresse). Col Milan in 10 e visto l'andamento dell'incontro fino a quel momento, i rossoneri sembrano destinati a scrivere una pagina di ordinaria umiliazione. Invece i rossoneri si scuotono, piano piano alzano il loro baricentro e nei restanti 60 minuti giocano alla pari con i padroni di casa. Che certamente non hanno bisogno di premere sull'acceleratore, ma che potrebbero fare di più. Nella seconda frazione di gioco il Milan in realtà non tira mai in porta, ma riesce a rendersi pericoloso in 2 occasioni, con un colpo di testa di Calhanoglu e un altro di Kjaer. La Juventus risponde con un tiro a giro di Dybala, ben controllato da Donnarumma. Non succede molto altro. La Juve accede alla sua diciannovesima finale di Coppa Italia. Il Milan esce a testa alta.

Non è la prima volta che il Milan gioca con orgoglio contro la Juventus, ma come è sempre successo in tempi recenti, ritrovandosi alla fine con un pugno di mosche in mano. Riuscire a essere eliminati dai bianconeri senza perdere, è sale su una ferita che brucia già da sé. Il risultato dell'andata, dove i rossoneri avrebbero certamente meritato di vincere, a vanno aggiunte le assenze di Ibrahimovic, Hernandez e Castillejo nel ritorno, hanno pesato tantissimo sull'esito finale del passaggio del turno. la Juve è certamente più forte, ma questo non vuol dire che non sia possibile batterla. Pioli ha come al solito disposto bene la squadra in campo, con ordine e discreto piglio, almeno nel secondo tempo, tentando tutto quello che il materiale umano a sua disposizione gli ha permesso di fare. Qualcuno dice che fa giocare il Milan da provinciale, ma io credo non puoi vestirti da principe azzurro, se sei un ranocchio. Onestamente, proprio non riesco a capire perché il Milan, non potendo ingaggiare un allenatore di prima fascia, voglia sostituire il bravo tecnico emiliano con Rangnick.

La Coppa Italia era una ghiotta occasione per il Milan di raddrizzare la rotta della stagione, che è lontana da quella predeterminata. Certo, non era facile, ma ancora meno facile sarà rimontare posizioni in campionato. A parte il match contro il Lecce della prossima settimana, il Milan dovrà incontrare nell'arco di pochi giorni Roma, Lazio, Juventus e Napoli. Un vero girone dantesco. Certamente non ritroveremo il campionato che abbiamo lasciato a marzo, il lockdown inevitabilmente mischierà un po' le carte dei valori in campo. Probabilmente assisteremo a qualche sorpresa, ma se sarà il Milan a sorprenderci, al momento, è difficile dirlo.