Manca un mese esatto al via della London Marathon e posso dire, toccando ferro, che ci arrivo nelle migliori condizioni fisiche possibili. Anche se a modo mio, ho lavorato molto per giungere a questo appuntamento al meglio, ne è stata la dimostrazione la Maratona di Siviglia, a cui ho preso parte a metà febbraio, che doveva essere un po’ la mia prova generale per capire a che punto della preparazione fossi: ebbene, non correvo una maratona con tale regolarità e tale leggerezza mentale da almeno quattro anni, prima che un forte stato depressivo mi costringesse a rallentare i ritmi di allenamento.
Voglio parlare proprio di questo oggi, cioè di come la corsa e lo sport in generale, possa aiutare a vincere uno dei mali che più si tenta di tenere nascosti e soffocare all’interno di sé stessi, per la paura e la vergogna che si prova verso gli altri, ad ammettere di soffrirne: la depressione.
Posso tranquillamente affermare di essere un depresso cronico, lo sono ormai da anni. La depressione è paragonabile a un cancro dell’anima, ti mangia dentro e annulla tutte le tue energie, sia fisiche che mentali, azzera la tua voglia di fare, ingigantisce i problemi a dismisura, facendo perdere completamente la reale dimensione e il peso specifico di ciò che dobbiamo affrontare nella vita. C’è ancora gente, purtroppo, che pensa cose del tipo “quattro calci nel culo, e vedi che tutto passa”. E’ il prezzo da pagare quando si incontrano persone che non conosco il problema, fortunatamente per loro, e di conseguenza ignorano quanto possa essere invalidante.
Ci sono però delle ottime notizie, lo posso affermare per esperienza personale: si può essere dei depressi felici! Lo so, sembra un ossimoro, e di fatto lo è, ma è la frase che meglio riassume il senso di ciò che voglio trasmettere, cioè che anche da depressi si può condurre una vita normale.
Prendo aerei, treni, vado alle partite della mia squadra del cuore, a teatro, al cinema, a correre le maratone e tanto tanto altro. La maggior parte di queste cose non le facevo prima di iniziare a correre, nell’estate del 2009. Forse è una coincidenza, forse è avvenuto un processo dentro di me che mi ha aiutato a vincere le mie paure e che se sarebbe avvenuto ugualmente, anche se non avessi praticato mai alcuno sport. Però è indiscutibile che correre ha contribuito ad alleviare il mio malessere, ad affrontare alcune delle mie paure più ataviche, ed anche a distogliere il pensiero della depressione stessa.
Infatti quante volte avete sentito dire: “corro per non pensare ai mie problemi”? è proprio così, la corsa sgombra la testa, quantomeno dai pensieri negativi. La mente si resetta, è come se avvenisse un lavaggio all’interno del tuo cervello, un bello shampoo ai neuroni e tutto il tuo sistema nervoso ne trae beneficio. Ve lo potrá confermare anche chi non soffre di stati depressivi, dopo una corsa ci si sente di umore migliore.
Non voglio con questo dire che per guarire dalla depressione basta andare a farsi una corsa, certamente no. La mia per esempio è una forma latente, di fatto mai debellata completamente. Devo mantenere sempre alta l’attenzione su di me, sulle sensazioni che provo, stare attento ai campanelli d'allarme che ogni tanto suonano. Devo tenermi molto impegnato, fare attività ricreative che abbiano effetto sul mio stato emotivo e sul mio umore. Questo al contempo mi ha dato la possibilità di coltivare interessi che non avevo mai preso in considerazione come la lettura, o il teatro.
Ad ogni modo fare sport vi metterà a nudo con voi stessi, perché solleciterà quegli aspetti del vostro carattere che la depressione tende a soffocare e fare regredire, come se quelle vostre attitudini rimanessero a uno stato grezzo, primordiale. Ad esempio il rapportarsi con altre persone, o il saper limitare le pretese verso se stessi, la conoscenza dei propri limiti, delle proprie qualità, le potenzialità e le possibilità.
So bene quanta paura possano fare le persone, le cose o le situazioni in cui ci si viene a trovare. Quanto possa spaventare un risveglio con la prospettiva di una intera giornata da affrontare. Ma con l'aiuto di uno specialista, degli amici, che ci sono o che verranno, e con l'aiuto dello sport si possono fare passi da gigante. Ve lo dice uno che per molti anni è stato chiuso in casa e dentro se stesso, a consumare i suoi anni più belli che passavano inesorabili. Oggi mi sento un quarantenne di vent’anni, affronto le mie giornate ignorando il male oscuro che vorrebbe limitare la mia vita, così quando mi sento infelice e ho tanta paura, affronto le mie fobie correndo. Prossima fermata: London Marathon. Così si vive felicemente depressi.