il totofidal

Dice Gatto Scrivente* di Carlo Esposito*

Alle prossime elezioni Fidal mi piacerebbe moltissimo vedere eletti sia Parriniello che Mei. Non so proprio decidermi a scegliere.
Da un lato sarebbe divertente vedere il vice di Giomi, dopo la disastrosa e autarchica gestione precedente durata ben otto anni, gestire il cumulo di macerie lasciato in eredità, con in più delle casse molto vuote. Sai le risate se dovesse addossare, nella migliore italica tradizione, le responsabilità alla gestione precedente, di cui lui era il numero due. Sarebbe impietoso già solo enumerare i vari Comitati Regionali e provinciali commissariati, per non parlare della apocalittica, anzi, no, nulla comunicazione in materia pandemica. Del resto, esattamente come il Marchese del Grillo, il nostro Alfio Giomi non ha disdegnato di farsi ritrarre abbracciato a svariate persone (rigorosamente senza mascherina), in occasione di un evento ufficiale lo scorso Luglio.

Chissà cosa si inventerebbero, dopo aver promosso balzelli di ogni sorta ed essersi appropriati delle più importanti distanze su strada costringendo molti organizzatori di gare su strada a fare i salti mortali al solo fine di mantenere in piedi un carrozzone allo sbando, dai conti in disordine (per usare un eufemismo), dalla gestione opaca, che garantisce comunque stipendi d’oro e l’egemonia dei gruppi militari, mentre munge senza pietà i servi della gleba, gli amatori, che tanto, si sa, farebbero qualunque cosa pur di avere il selfie linguacciuto con la medaglietta al collo (rigorosamente abbracciati e in gruppo, perché il Covid ai runners non fa nulla, eh).

D’altro canto, Stefano Mei si è presentato come l’Uomo Nuovo, con proclami battaglieri e altisonanti, promettendo di “restituire dignità al mondo della corsa su strada”, senza che sia dato di sapere come, anzi, si presenta con un programma farraginoso e generico, dimenticando accuratamente di trattare dell’enormità dei problemi che una sua eventuale gestione si troverebbe ad affrontare. “ORGOGLIO DEL RISCATTO”, e immediatamente tutte le Patafiocche e i bloghettini hanno sposato la sua causa, che corre diffusamente sui social, diversamente dalla lista avversaria, che è molto più defilata e gestisce la campagna elettorale nelle stanze del potere, dove a voce bassa, e con modi raffinati, si è deciso l’ultimo sensazionale colpo di mano: qualunque ASD non si sia trovata in regola con il tesseramento il giorno 2 Gennaio, ha perso automaticamente il diritto di voto.

Mi piace molto Stefano Mei: ha la classica faccia pulita, e vengo a sapere da molti amici che non si nega mai per svariate nobili iniziative, oltre ad essere stato una stella di prima grandezza nel panorama dell’atletica italiana. Ù
Ma insomma, che esperienza ha? Che squadra di menti brillanti porterebbe al seguito?

Sia detto senza offesa, Stefano Mei è il Cinque Stelle dell’atletica: animato da buona volontà e fervore, armato di meravigliosi e incontestabili slogan, oltre che di facili soluzioni a problemi complessi e stratificati, molto presente sui social, è condannato ad una sonora sconfitta, se non al totale immobilismo una volta eletto.

È Giuseppe Conte, è Giggino O’Bibbitaro, è Dibba. E la sua platea di ferventi adoratori non molto differisce per modi e argomentazioni dai cittadini elettori che qualche anno fa infestavano il web al grido di Honestà! Honestà!
Mentre continuano ad arrivare i risultati dei comitati provinciali, che dicono sempre e solo una cosa, cioè RICONFERMA, io vi faccio una facile, facilissima previsione: non cambierà nulla, anzi, andrà sempre peggio. Chiunque vinca, in questa farsa che qualche genio ha avuto l’ardire di chiamare “Elezioni Fidal”.
Il cui sistema di voto, ricordatelo, sarebbe imbarazzante perfino per gli aguzzini Afrikaner che vessavano Nelson Mandela a nella prigione di Robben Island.

Ne parleremo diffusamente, stay tuned. Gatto intervisterà molto presto un pezzo da novanta. Un Pezzo di Storia. E di Memoria.