Il tiro della domenica - Confusione

La serie A è ufficialmente tornata nel caos, travolta dalla marea Covid, alla sua quarta ondata. Quattro le partite non disputate nel turno infrasettimanale del 6 gennaio, che ha aperto il girone di ritorno, altrettante le gare che sembravano dovessero saltare nel corso della ventunesima giornata. Invece i ricorsi al Tar della Lega Serie A, hanno avuto per la stessa esito favorevole, così ne deriva che Atalanta-Udinese e Verona-Salernitana si giocheranno regolarmente. Torino-Fiorentina verrà posticipata a lunedì, mentre Cagliari e Bologna si affronteranno martedì.

Intanto il giudice sportivo fa sapere che le partite non disputatesi sono sub judice, questo significa che potrebbe essere decretato il 3-0 a tavolino per le squadre che non si sono presentate in campo, nello scorso turno di campionato. In realtà questo non accadrà: le società si sono esclusivamente attenute al divieto imposto dalle proprie aziende sanitarie territoriali. Bisognerà quindi trovare un pertugio nelle pieghe di un calendario fittissimo, per recuperare gli incontri rimasti in sospeso.

Non è tutto. Ieri sera si è tenuta una assemblea di Lega nelle quale è stata votata all’unanimità la decisione di ridurre la capienza a 5000 spettatori per tutti gli impianti, per le partite in programma nella ventiduesima e ventitreesima giornata. È facile immaginare, anche se questa è congettura del tutto personale, che l’alternativa fosse la chiusura totale dei cancelli. Come si dice: piuttosto che niente, meglio piuttosto. Altrimenti non si spiegherebbe il voto unanime di dirigenti che solitamente non riescono ad accordarsi su nulla, almeno non al primo colpo. L’emergenza comunque non terminerà di certo il 23 gennaio, quindi anche da questo punto di vista, l’immediato futuro non è solamente una incognita, ma un vero e proprio buco nero.

Inoltre l’improvvisa decisione di ridurre la capienza degli stadi apre un altro fronte, che aggiunge confusione a confusione: i botteghini hanno già staccato in prevendita molti biglietti. Quali tifosi avranno diritto ad accedere agli spalti? chi resterà a casa? Si premieranno i primi 5000? Si annulleranno tutti i tagliandi e si aprirà una nuova finestra di vendita? E soprattutto, sarà certamente corrisposto il rimborso a tutti coloro che non potranno essere presenti dal vivo?

Insomma, quasi ventiquattro mesi dopo l’inizio della globale, infausta era del Covid, abbiamo ancora troppe domande e poche risposte. Domande che bisognerà finalmente porsi in maniera seria, decisa, senza tentennamenti, se vogliamo dare un futuro alla nostra vita, sport compreso. E anche il calcio deve fare la sua parte. Quando le aziende sono in perdita, riduco gli sprechi. Non è più possibile stilare calendari in cui non vi siano spazi per eventuali recuperi. È fisiologico che nel corso di un campionato vi siano partite che non si possano, per un qualsivoglia motivo, disputare quando previste in prima battuta. Quindi che si fa? Continueremo a tapparci il naso e a giocare a ogni costo, oppure si può finalmente iniziare a parlare di una Serie A composta da 18, se non 16 squadre? L’attuale formula prevede 20 partecipanti, uno spreco non più sostenibile, almeno non Italia.

Ma anche la Uefa deve fare la sua parte. La bulimia da incassi ha spinto l'organo che governa il calco continentale a introdurre competizioni di scarso interesse e di ancor più scarso prestigio: la Nation League e la Conference League. Anche in questo frangente bisogna fare dei passi indietro, liberando le agende da queste improbabili manifestazioni.

Tra circa undici mesi ci saranno i Mondiali in Qatar: i campionati nazionali si giocheranno fino a fine novembre, quindi in autunno inoltrato e in prossimità dell’inverno. Immaginate che proprio a un mese, venti giorni dal fischio d’inizio Leo Messi, M’Bappè, o Lukaku fossero positivi al Covid. Che si fa? Si potranno convocare ugualmente? Potranno raggiungere i compagni in seguito? Oppure verranno esclusi per non rischiare di contagiare il resto della squadra? E il pubblico? Se vi fosse una quinta ondata di contagi in Europa, ci si potrà recare negli Emirati Arabi a fare il tifo? ci saranno ingressi contingentati? o bisognerà nuovamente fronteggiare il problema degli stadi vuoti e dei biglietti già venduti?

Certamente sono ipotesi catastrofiche, mi rendo conto, ma vanno comunque vagliate. Bisogna considerare ogni eventualità e decidere ora quali saranno i passi da compiete. In Qatar le alte temperature e la bolla in cui saranno confinate le squadre garantiranno sicurezza e, speriamo, regolarità del torneo, ma è a tutto ciò che viene prima che bisogna guardare, affinché la più importante manifestazione sportiva al mondo, non diventi una farsa.