
Terza vittoria consecutiva per il Milan in campionato, quarta di fila considerando anche il successo in Coppa Italia contro la Spal. Ma non è tutto qui. Nelle ultime 10 partite ufficiali i rossoneri hanno colto 6 vittorie e tre pareggi, mantenendo inviolata la propria porta in ben 6 occasioni. Dall'arrivo di Ibrahimovic, cioè dal secondo tempo di Milan-Sampdoria, l'attacco ha siglato 9 reti, distribuite in 4 dei 5 incontri ufficiali disputati. Il dato acquisisce ancora più importanza, quando si va a sottolineare il fatto che Ibra ha depositato nel sacco un solo pallone, a Cagliari. Purtroppo il clamoroso tonfo di Bergamo, unica sconfitta all'interno di questo mini ciclo, ha oscurato tanti dei segnali positivi che la squadra di Pioli da alcune partite stava mandando al campionato. Intendiamoci, non è certo il caso di montarsi la testa, il calendario ha sorriso al Milan, che vincendo contro squadre sulla carta inferiori, sta solo facendo quanto deve. Però questo non succedeva fino a qualche settimana fa, quindi se da un lato a Milanello bisogna continuare a lavorare sodo, dall'altro non si può essere pessimisti ad oltranza. Questa stagione rischiava di diventare disastrosa, ora i numeri dicono che c'è la possibilità di raddrizzare la barca. D'accordo, i numeri non possono spiegare tutto, ma non possono nemmeno essere ignorati.
Quello che ad esempio i numeri non dicono è che le ultime 2 vittorie, contro Udinese e Brescia, non hanno visto un Milan brillantissimo a livello di gioco. Certamente i rossoneri hanno raccolto più di quanto seminato, ma volendo continuare a vedere il bicchiere mezzo pieno, anche questo potrebbe essere un segnale fortemente positivo. Inoltre, non sottovaluterei l'ipotesi di assistere, in questa seconda metà di stagione, a un Milan più cinico che bello, proprio per scelta del suo tecnico. I numeri non dicono che, come prevedibile, al momento Ibrahimovic non è al top della forma, Cagliari a parte non ha certo sfoggiato prestazioni maiuscole. Comunque, pur giocando praticamente da fermo, sta aiutando molto i suoi compagni di reparto, dato che come dicevamo in precedenza, dal suo arrivo l'attacco è diventato molto più prolifico. Non può certo essere un caso. I numeri non citano Kjaer, l'altro acquisto di gennaio (in realtà è in prestito fino a giugno) che da quando è arrivato non si è più mosso dal centro della difesa, e che con Romagnoli pare trovarsi a meraviglia. Citano invece Rebic, che da oggetto misterioso del mercato estivo, è divenuto protagonista con 3 reti decisive siglate nelle ultime 2 partite, entrando della panchina. Forse è ora di offrire anche lui le possibilità che a Calhanoglu e Suso sono state concesse fino ad ora, mandando deluse le aspettative dei tifosi. Infine i numeri non dicono, o meglio lo fanno indirettamente, quanto siano decisive le parate di Donnarumma: senza di lui, il Milan non avrebbe vinto le ultime partite. Sarà davvero difficile, se non impossibile, trattenerlo a giugno. L'epoca dei Totti è definitivamente tramontata e tutto sommato, se sei un grande giocatore, è giusto ambire al meglio.
Ora bisogna risolvere le grane di mercato: Suso, Piatek e Paquetà, per motivi diversi, sembrano non avere più futuro in rossonero. Il problema è che non c'è la fila di club a contendersi il loro cartellino, e il tempo stringe. Perché nel momento in cui uno di loro partisse, il Milan deve avere il tempo di trovare una pedina in entrata, altrimenti una rosa con la panchina già corta, rischia di andare in sofferenza. La soluzione più probabile a questo punto potrebbe essere la cessione del solo Suso, che scambiato con Under, permetterebbe al Milan di prendere due piccioni con una fava. Più difficile piazzare e sostituire Piatek e Paquetà a gennaio, giocatori su cui la società ha investito molto e che non intende svendere.