
Il Milan batte il Parma per 3-1 (foto Sky Sport), non senza qualche patema, ma meritando il successo e continuando il suo splendido cammino, sia relativamente al girone di ritorno, sia per quel che riguarda il mini campionato post Covid. E non scherzo, a tratti nel secondo tempo, veniva da stropicciarsi gli occhi a vedere come si passavano il pallone di prima, gli uomini di Pioli. Sono gli stessi attori di 6 mesi fa, eppure tutto un altro film. Arrivano primi sulla palla, si sovrappongono, tentano giocate che qualche mese fa non si avrebbero tentato neanche in partitella. Tutta un'altra squadra. Di contro la difesa ha sofferto le improvvise, seppur rare, accelerazioni del Parma. Oltre al gol, sono 3 e tutte clamorose le occasioni per i gialloblu, ma sarebbe stato davvero ingiusto capitolare in ogni circostanza sfavorevole. Il Parma ha subito i rossoneri per quasi tutto l'incontro, anche se sugli uno-due degli uomini di D'aversa i difensori del Milan si sono dimostrati un po' statici. Non si può però pretendere che questa squadra diventi all'improvviso impeccabile. Donnarumma, la traversa e l'imprecisione di Gervinho hanno fatto si che il gol al passivo restasse uno solo, quello che ha consentito al Parma di terminare in vantaggio il primo tempo.
Il Milan parte bene, comanda il gioco per tutta la metà del prima tempo, tenta spesso la conclusione, soprattutto da fuori. Romagnoli fa le prove generali e colpisce la traversa con un colpo di testa, su calcio d'angolo. Bonaventura segna, ma in posizione di fuorigioco. Col passare dei minuti il Milan allenta un po' le redini sulla partita, così il Parma ne approfitta: prima Gervinho si presenta solo davanti a Donnarumma ma calcia altissimo, poi su una azione di ripartenza ben congegnata va in vantaggio con Kurtic. Ci sarebbe un rigore su Ibrahimovic da rivedere al Var, proprio in pieno recupero della prima frazione, ma l'azione è resa vana dal un millimetrico fuorigioco di Theo Hernandez.
Il Milan, contrariamente a quanto accadeva in passato, non si deprime, anzi affoga il Parma nella propria metà campo. Ibra è il centro boa d'attacco, nel vero senso della parola. Smista palloni a destra e a manca, restando immobile sulla lunetta dell'area avversaria. Spostalo se ci riesci. Bonaventura e Calhanoglu ci provano da fuori area con tiri forse un po' velleitari. Ma è proprio quando vorresti che smettessero di provare con la soluzione dalla distanza, che Kessie fa partire un razzo da 25 metri che va ad incastonarsi all'incrocio dei pali. Sepe, nella foto, non verrà mosso, dato che può solo osservare la stella cometa scagliata dall'ivoriano. Entra Bennacer, rimasto in panchina per un'ora, al posto di Biglia, che è sempre più un ex giocatore. Ed è poco prima che Rebic sostituisca un insufficiente Leao (mannaggia), che Romagnoli si avventa su una punizione dalla trequarti calciata da Calhanoglu, e con un preciso colpo di testa porta in vantaggio i suoi.
Al quarto d'ora della ripresa il Milan ha ripreso in mano il proprio destino, all'interno della partita. Continua ad attaccare giocando davvero un bel calcio palla a terra, ma in fase conclusiva anziché cercare la conclusione più pratica, per mettere in cassaforte il risultato, a turno un po' tutti gli avanti rossoneri cercano il tocco lezioso. Ci riprova Bonaventura, poi Rebic, Ibrahimovic, e ancora Kessie. Il terzo gol non si palesa. Alla squadra di Pioli non è consentito tirare un po' il fiato, perché appena il ritmo cala di nuovo, Il Parma crea 2 occasioni pericolose. Per fortuna Eupalla questa sera non intende essere ingiusto, sarebbe davvero troppa grazia per un avversario che è stato passivo per gran parte dell'incontro. Quando a un quarto d'ora dal termine Calhanoglu, positivo anche stasera come gran parte dei compagni, riesce finalmente a centrare la porta con un tiro di destro dal limite che flotta sul pelo del campo, la palla si accasa all'angolino basso alla destra di Sepe, che questa volta tenta la parata ma inutilmente. La partita non ha più strofe da cantare, il poco tempo rimanente, prima del fischio finale dell'arbitro, scorre senza grandi sussulti.
Altri 3 punti per Pioli e il suo Milan. È davvero un peccato essere a fine campionato, ancora più grande il dispiacere per essere ormai lontani da quella zona Champions che ora non sarebbe più una ipotesi così peregrina. Come diceva Mike Bongiorno in un famoso spot degli anni 80, sempre più in alto. Ma non abbastanza. In conclusione nomino i migliori e i peggiori della partita: egregi Romagnoli, Kessie, Kjaer. Non bene Conti, male Leao e Biglia.