
L'emergenza Coronavirus, oltre ad aver messo a rischio la nostra salute, ha messo a rischio l'economia mondiale. Molte aziende della filiera produttiva sono ferme perché non possono fare altrimenti. Altre, come quelle dei servizi, hanno potuto continuare a lavorare, chi a motore parziale e chi addirittura a pieno regime, grazie al lavoro agile o smart working, che dir si voglia. Tra le aziende che meglio hanno risposto alle problematiche attuali vi è certamente Aon, leader mondiale del brokeraggio assicurativo, la cui sede principale è a Milano, con filiali su tutto il territorio italiano. Erica Nagel ci spiega come la compagnia ha reagito prontamente di fronte alla crisi.
Buongiorno Erica, quale incarico ricopre e qual è il core business della società?
Aon è il primo gruppo in Italia e nel mondo nella consulenza dei rischi e delle risorse umane, nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa. Lavoro in Aon da 10 anni e da maggio 2019 ricopro di ruolo di Chief Marketing & Communication Officer.
La sera del 23 febbraio, quando il nostro Paese si è accorto di essere in emergenza sanitaria, arriva una email a tutti i dipendenti di Aon: cosa dice questa email?
La mail inviata dalla Direzione delle Risorse Umane il 23 febbraio, appena si ha avuto notizia dei primi casi di contagio nel Lodigiano, invitava i 1600 dipendenti Aon su tutto il territorio nazionale a lavorare in smart working, per tutelare la loro salute e quella di tutte le comunità in cui Aon opera, anticipando le ulteriori restrizioni governative che si sono susseguite. Siamo presenti su tutto il territorio italiano, in modo capillare. La nostra anima internazionale si coniuga perfettamente con il forte attaccamento e rispetto che abbiamo per il territorio locale. L’adesione da parte dei dipendenti al nostro invito è stata totale.
Avete chiuso l’accesso all’azienda molto prima che il Governo lo richiedesse, siete stati molto ricettivi e lungimiranti rispetto alla problematica che si presentava. Come avete fatto ad essere così reattivi?
Come tutte le aziende multinazionali abbiamo un’unità di crisi composta dalla Direzione Generale, ma anche da altri membri chiave della nostra organizzazione: le Risorse Umane, il Legal, le Operation, l’IT e naturalmente la Comunicazione. Aon è preparata a reagire tempestivamente nel caso di eventi di questo tipo, attraverso dei protocolli di gestione ben definiti. Siamo dei gestori del rischio e la prevenzione è nel nostro DNA, nonchè il nostro mantra!
In Aon già da alcuni anni si favorisce il lavoro agile. Quanti dipendenti, in percentuale, erano già abilitati allo smart working prima della crisi?
L’adesione allo smart working, modalità di lavoro già attiva in Aon dal 2017, era dell’80% dei dipendenti. In queste settimane abbiamo raggiunto il 100%, mantenendo la nostra piena operatività.
Immagino che comunque, la mattina del 24 febbraio, alcuni momenti di difficoltà li abbiate avuti anche voi. Quali per esempio?
Non abbiamo riscontrato grosse difficoltà, abbiamo fatto in modo che oltre 1000 persone fossero messe in condizione di connettersi alla rete e poter lavorare da remoto. In questo l’Help Desk è stato prezioso, soprattutto le prime due settimane.
Secondo i dati del Ministero del Lavoro, riportati dal Corriere della Sera, in Italia prima dell’emergenza Coronavirus erano abilitati allo smart working circa 570.000 lavoratori, su circa 8,2 milioni che vi potrebbero accedere. Meno del 10%. Perché le aziende fanno resistenza?
Fermo restando che esiste una percentuale di aziende per le quali il business prevede attività che richiedono manualità e presenza fisica, due sono i temi che possono essere causa della tiepida accettazione dello smart working: il modo diverso di interpretare la relazione, che si deve basare sulla fiducia tra datore di lavoro e dipendente (nonché la modalità organizzativa, che diviene per progetto), e la tecnologia. Non è, infatti, così banale che tutte le aziende siano attrezzate, che possano permettere alle persone che non hanno una connessione a casa di collegarsi, che abbiano software e dotazioni tecnologiche che consentano di effettuare video conference e meeting da remoto, nonché di accedere ai documenti in rete.
Pensa che questa crisi accelererà l’innovazione tecnologica anche nella pubblica amministrazione?
Ne sono assolutamente convinta. Penso che da questa esperienza impareremo molto e che difficilmente si possa tornare indietro. È l’occasione per rendere la trasformazione digitale strutturale, in tutti i settori.
Quali altre iniziative sta intraprendendo Aon, per supportare i propri dipendenti in questo momento così difficile?
Le Risorse Umane hanno messo in atto una serie di iniziative dedicate ai propri dipendenti, per supportarli e fornire suggerimenti durante questo periodo di smart working. Primo fra tutti, per il benessere psicofisico dei collaboratori, Aon ha messo a disposizione alcuni webinar gratuiti per alleggerire lo stress, migliorare l'efficienza e superare gli ostacoli con creatività, coniugando al meglio vita privata e lavoro. Sono previste anche sessioni di yoga online per adulti e bambini. È attivo un servizio di consulto psicologico, telefonico o tramite Skype, con una specialista disponibile in questo momento di difficoltà e di profondo cambiamento delle abitudini. Inoltre l’azienda concede dei giorni di congedo straordinario, che permettono ai lavoratori di accudire i propri figli minori di 12 anni nel periodo di sospensione dei servizi educativi, fino ad un massimo di 15 giorni. E per finire, alcuni suggerimenti per lavorare al meglio, concentrarsi e cercare di equilibrare i tempi di lavoro e quelli personali da dedicare alla propria famiglia o ai propri hobby.
In tutto questo bailamme, presto vi trasferirete in una nuova sede. Avete pensato a qualche iniziativa particolare per inaugurare il nuovo building, quando questa brutta esperienza sarà alla spalle?
Il progetto del New Building è importante per noi. Non è solo un cambio di location, è una fase del processo di change management e di riorganizzazione messo in atto dalla Corp. Avevamo pensato a diverse iniziative coinvolgendo i Media, i Clienti, i Partner e altri Stakeholders per svelare la nostra nuova sede di Milano, ma ora che il trasferimento, programmato inizialmente per fine marzo, è stato posticipato per cause di forza maggiore, saranno rimodulate nel tempo. Ci auguriamo di poter comunicare al più presto tutti gli aggiornamenti sulle nuove date di trasferimento e di inaugurazione.