
Ora è ufficiale, il Milan è non prenderà parte alla prossima Europa League. La sentenza è stata emessa e ufficializzata nella giornata di ieri dal Tribunale Arbitrale dello Sport, di Losanna.
La scure però non è calata implacabile sulla società di via Aldo Rossi, come sembra. La squalifica infatti sanziona sì il mancato rispetto del Fair Play finanziario, ma di fatto è il minore dei mali, una sorta di condono.
Accettando l’esclusione dalla coppe europee per un anno, il Milan regolarizza la sua posizione finanziaria, tracciando una riga sul triennio 2015-2018, che ha visto al timone due proprietà diverse, consentendo a quella attuale di poter operare liberamente sul mercato. In questo modo non ci saranno limitazioni della rosa, non ci saranno sanzioni pecuniarie e non sarà necessario stilare piani finanziari di rientro del debito. Nonostante pubblicamente sia Uefa e che Milan, si asterranno dall’ammettere che questa esclusione sia frutto di un accordo tra le parti, ufficiosamente è una notizia che girava per i corridoi da alcuni mesi.
Gazidis e il fondo Elliot in pratica hanno potuto giocarsi il jolly, grazie al fatto di essere arrivati in quinta posizione lo scorso campionato, e quindi fuori dall’Europa che conta. Impensabile infatti che il Milan sarebbe giunto a questo accordo con la Uefa se avesse avute spalancate le porte della Champions League. E’ proprio il caso di dire che non tutti i mali vengono per nuocere.
Attenzione però, i conti sono tutt’altro che in ordine e il Milan fino ad ora sul mercato è stato alla finestra, in attesa che il Tas pronunciasse la squalifica. Ora bisognerà operare in maniera sensata, non si potrà più spendere pensando che probabilmente si in casserà, ma si dovrà spendere per quanto si ha in cassa, anzi, possibilmente meno. Alcuni possibili obbiettivi sono già svaniti, come Sensi ad esempio, che probabilmente stanco di aspettare i rossoneri si è accasato sulla sponda opposta del naviglio, vestendosi di nerazzurro.
Potrebbe essere un mercato di principalmente di giocatori acquisiti in prestito quello del Milan, anche se non mi sembra il modo migliore di costruire una squadra che ha necessità di trovare continuità, e di non ritrovarsi alla fine di ogni stagione all’anno zero.
Vedremo. Nonostante non sia più necessario fare cassa per sistemare i conti, probabilmente un big partirà ugualmente per avere qualche soldino in più da spendere sul mercato. La cessione più logica e indolore potrebbe essere quella di Gigio Donnarumma: il Psg sembra sia fatto avanti, dopo l’addio di Buffon. In casa i rossoneri dispongono di Reina e potenzialmente di Plizzari, che potrebbero richiamare dal prestito dopo le ottime apparizioni con la maglia azzurra under 21.
Kessie da alcuni mesi viene dato come sicuro partente, invece io credo che resterà. Kessie è un pedina importante e la sua partenza richiederebbe un sostituto all’altezza, non facile da trovare. Se ci sarà un seconda cessione "pesante", più probabilmente sarà Suso, che nel modulo di Giampaolo non ha più una posizione in cui collocarsi. Gioca da esterno ormai da alcuni anni, ruolo non previsto nel 4-3-1-2 del tecnico, e dietro le punte Paquetà ha già versato la caparra.
Incomprensibile, almeno ai miei occhi, la probabilissima cessione di Cutrone, giovane attaccante che vede benissimo la porta, poco utilizzato e scavalcato da qualunque compagno di reparto arrivi in rossonero. Il ragazzo vuole giustamente più spazio, perché non con cederglielo anziché lasciarlo partire?
Sul fronte acquisti la situazione è piuttosto nebulosa: fino ad ora è arrivato Krunic, richiesto dal nuovo allenatore, e pare sia fatta per Theo Hernandez, in esubero al Real Madrid. Ancora troppo poco, ma per i rossoneri il mercato comincia ora.