Gattuso, punto di rottura

Pur non essendo più da alcuni mesi un sostenitore di Rino Gattuso, non riesco a fare meno di pensare a come, a fronte dei medesimi punti ottenuti, il suo destino avrebbe potuto prendere una piega completamente diversa.

A lungo, durante l’ultima giornata, il Milan con i suoi 68 punti risultava essere la terza forza del campionato, e se quella fosse stata la posizione al termine degli ultimi novanta minuti della stagione, chi avrebbe avuto il coraggio di togliere il giocattolo dalle mani del tecnico del Milan? A bocce ferme, pesano come macigni gli zero alla voce "punti conquistati nel derby", considerando che con le altre pretendenti alla zona Champions cioè Roma, Lazio e Atalanta, in caso di arrivo a pari punti, i rossoneri avrebbero avuto dallo loro gli scontri diretti. Per onestà intellettuale, non si può negare che è mancato davvero un soffio al raggiungimento dell'obbiettivo.

Così nella giornata di ieri si è consumata quella che ufficialmente è stata la risoluzione consensuale del contratto, che non è un esonero, ma non sono nemmeno dimissioni: significa che hanno trovato un accordo economico e liberi tutti di fare le proprie scelte. Un po’ come la società di via Aldo Rossi tentò di fare con Pippo Inzaghi, per non umiliare una bandiera con una cacciata, che invece non ne volle sapere e pretese tutti i suoi soldi, per liberare il posto. E se proprio preferiste credere che Gattuso si sia dimesso, pensate che avrebbe fatto la stessa scelta, se il Milan si fosse visto spalancate le porte della prossima Champions League? Franco e onesto sì, scemo no!

Io credo che certi fallimenti siano in qualche modo salutari: Gattuso sarà un ottimo tecnico per squadre da zona Europa League, al massimo. Ma non più di questo. L’anno scorso quello che gli si chiedeva era un piazzamento utile per entrare nell'Europa minore aveva assolto a questo compito. Quest’anno gli era stata chiesta la sorella maggiore, la Champions League, ma la squadra non è maturata tatticamente.

Il Milan è certamente una squadra con dei limiti e questo è una esclusiva responsabilità di dirigenti e società. Carente in qualità prima di tutto e in termini numerici poi, perché i giocatori che di fatto potevano essere utili alla causa erano quattordici, forse quindici, nelle giornate con meno infortunati in infermeria. L'ampia rosa è un fattore imprescindibile nel calcio moderno.

Quindi di certo non era possibile lottare con la Juventus né tantomeno col Napoli, ma dietro le prime della classe c'è stata una bella ammucchiata per tutto il campionato, e i rossoneri non sono stati in grado di cogliere un quarto posto che era alla loro portata.

Questa è senza dubbio una responsabilità totalmente a carico del tecnico, che in diciotto mesi non è riuscito a dare a questa squadra una impronta di gioco, né a trasmettere quantomeno l’anima combattiva che lo contraddistingueva, quando calcava il manto erboso. Abbiamo assistito spesso a un possesso palla lento, che chiamava frequentemente in causa un portiere, Donnarumma, che tra tutte le proprie qualità non ha di certo il gioco coi piedi. Ha insistito praticamente tutta la stagione con un modulo, il 4-3-3, che ha lasciato soli in avanti prima Higuain e poi Piatek, a causa della scarsa vena realizzativa degli esterni di attacco. Di conseguenza ha relegando in panchina Cutrone, che a fianco della punta centrale sarebbe potuto essere molto utile a siglare gol e quindi punti.

Credo che dopo Seedorf, Inzaghi, Brocchi e Gattuso, l’esperimento “il Milan ai milanisti” sia clamorosamente fallito. Ora è arrivato il momento di scegliere un allenatore che, a fronte di una qualità media della propria rosa, possa fare una qualche differenza, trasmettendo personalità e gioco, cose che al Milan non si vedono più da quando Ancelotti ha lasciato la panchina, ormai dieci anni fa.

Ci saranno di nuovo molti avvicendamenti in rosa, temo, ma per la maggior parte dei casi probabilmente inutili: se lasci andare Calhanoglu, o Kessie, potrai acquistare solo giocatori di egual valore, all’incirca. Quindi sarebbe il caso di pensare a un paio di cessioni che permettano di rinfoltire la rosa di almeno tre elementi, se non quattro: i candidati migliori per fare cassa, sono senza dubbio Donnarumma e Suso.

Il sostituto del primo, il Milan ce l’ha già in casa: Plizzari infatti sta facendo ottime cose al mondiale under 20. Il secondo, a mio parere, non andrebbe proprio sostituito: lo spagnolo ha una discreta qualità tecnica, ma una incredibile discontinuità e uno scarso feeling con il gol. Avere lui nell’undici titolare significa essere schiavi di un modulo che, per il Milan, è stato spesso causa di sterilità in zona gol.

Se il futuro tecnico vorrà proseguire col 4-3-3, bisognerà dotare la squadra di due veri esterni di attacco, e non due mezze punte adattate al ruolo. Altrimenti il modulo giusto per il Milan attuale credo sia il 4-4-2.