Dice Gattoscrivente di Carlo Esposito
Il Presidente uscente della Fidal Alfio Giomi ci dice che non si ricandiderà. Bontà sua.
Dopo otto anni di governo, ci presenta i suoi successi.
Va bene, vediamoli.
1) runcard.
Nata con la fine degli “atleti liberi”, inizialmente doveva essere una cosa limitata nel tempo, ovvero avrei potuto farla solo per un anno, il successivo avrei dovuto essere per forza con qualche società. Invece poi ci hanno ripensato, quindi se vuoi essere runcard a vita, lo puoi fare. Con gioia delle ASD, che per far restare gli atleti in casa propria si sono inventati la qualunque: dal patafiocchismo più becero, a una attività social dell’appartenenza insopportabilmente retorica, banalizzante e spesso disastrosa eticamente e materialmente (basti guardare al caso Guidi), per non parlare del lassez faire in materia di organizzazione di garette.
2) appropriazione delle distanze.
Dal 2017 se vuoi organizzare una gara sulla distanza di 42,195 metri devi farla PER FORZA gara NAZIONALE FIDAL. Lo stesso vale per la distanza di 21,097. E dal 2019 anche le 5 e 10 km su strada. Significa pagare PIU’ tasse, oltre che un giudice con relativa trasferta per la misurazione e certificazione del percorso. Questo ha portato al proliferare di distanze spurie, tipo 42,3 km, o 22,2, 0 10,3. Inoltre gli organizzatori di gare nazionali non possono ricevere l’iscrizione degli EPS. Cornuti e mazziati, insomma. Una gara come la Maratona di Roma, o la Roma Ostia, deve pagare un pacco di soldi in più, ma non può fare più iscritti. E poi il problema per cui non si fanno in Italia gli stessi numeri che all’estero, secondo i giornalisti bimbiminkiarunner, sarebbero i certificati medici! Ah, la Fidal su queste gare, oltre a tutte le altre tasse, chiede agli organizzatori un euro ad arrivato. E NON si può fare la non competitiva contestualmente, altrimenti ti prendi le iscrizioni degli EPS. Poi però questa regola non viene fatta rispettare a tutti, per gli amici si chiude un occhio: è successo ad esempio con la Ganten Milano21 Half Marathon del 2019.
E quando si tratta degli amici degli amici, come nel caso della Corsa di Miguel 2019, puoi scrivere 10 km su strada pur essendo identificata sul sito FIDAL come gara regionale.
Inizialmente sembrava che non si potesse nemmeno scrivere MARATONA o MEZZA MARATONA sulle locandine, ma poi hanno lasciato perdere, in quanto non è che le ha inventate Alfio Giomi ste gare, non era neanche nato suo padre quando si è svolta la prima olimpiade moderna.
3) incremento dei tesserati
Ci si dice che in otto anni i tesserati sono aumentati da 170 mila a 270 mila, ma non è difficile contestare questa affermazione: basta avere la pazienza di andare a verificare, e ci si accorge subito che i tesserati Fidal erano già più di 200 mila otto anni fa, quando è arrivato Giomi. Il resto, è solo runcard. Eh, si, perché tutti gli EPS non possono partecipare alle GARE NAZIONALI FIDAL se non hanno la runcard, ovvero le maratone, le mezze maratone, le 5 e le 10 km su strada. Capito il giochino? Io ti chiudo tutte le fontane in piena estate, poi vado a vantarmi che il mio chiosco di acqua sporca ha incrementato le vendite del 600%.
4) gestione dell’emergenza Covid.
Il solito disastro, anzi peggio. Sempre in ritardo, sempre ultimi nella comunicazione. Non sono stati capaci di annullare le gare a febbraio, hanno aspettato che lo facesse il Governo, per cui gli organizzatori dal 23 febbraio al 7 marzo sono rimasti in balia degli eventi e della propria libera scelta. Alla fine del Lock Down hanno pubblicato i primi protocolli per gare NON STADIA molto dopo che erano riprese le gare, nello sconcio e nello scandalo più totale. Sto parlando ad esempio del Trofeo Ciolo. Il segretario generale della Fidal, Fabio Pagliara, ha messo delle regole, successivamente ribattezzate precipitosamente “proposte”, alle quali gli organizzatori delle gare Gold e Silver non si sono nemmeno disturbati a rispondere, ponendo invece il rilevante quesito sulla questione “responsabilità”. La Fidal non ha mai risposto.
I nuovi protocolli delle gare non Stadia sono arrivati pochi giorni prima del DPCM 3 novembre 2020, che istituisce di nuovo le zone rosse nel paese e di fatto annulla (quasi) del tutto la capacità e la volontà di organizzare. Cionondimeno, come sempre, gli amici degli amici possono fare quello che vogliono: ad Andora, in Provincia di Savona, si corre l’8 Novembre una gara di ultramaratona che non ha i requisiti minimi previsti dai protocolli Fidal e dal DPCM. Inoltre, per potersi svolgere, dovrebbe essere “gara di interesse nazionale”, ovvero dovrebbe prendervi parte ALMENO UN ATLETA inserito nella lista Fidal aggiornata a Marzo 2020. Che però non c’è, e al contempo la Italian e Ultra Marathon and Trail Association fa sapere che la gara è esclusa dal Grand Prix IUTA. Ciononostante la Fidal autorizza, e il CONI ratifica.
Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri.
5) tasse, soldi, cattiva gestione, trasparenza zero.
Mentre scrivo ci sono almeno due Comitati Regionali che sono stati commissariati, quello della Sicilia e della Basilicata. Perché? Non è dato di saperlo. Indisturbati gli ex membri dei CR hanno continuato a fare promozione e autopromozione, e stanno addirittura facendo campagna elettorale!!
Ecco, per aiutarvi a capire, immaginate un consiglio comunale sciolto dal prefetto, e la giunta che continua a deliberare. Indisturbata.
Per il 2021 ci dicono che le ASD non pagheranno le tasse di affiliazione mentre gli atleti devono pagare e basta: questo, come ho detto, è diretta conseguenza del fatto che i tesserati non votano, votano le società.
Quindi si tengono il grosso della torta lasciando sul piatto una fettina: 270 mila atleti per venti euro fa CINQUEMILIONIQUATTROCENTOMILA euro. La Fidal ne lascia sul piatto mezzo milione scarso, e dobbiamo anche ringraziare della generosità.
6) codice etico, doping e altri disastri.
Facciamo solo gli esempi più gustosi: l’avvocato di Parte Civile della Fidal al processo di Bolzano contro Schwazer, dimenticando che il suo cliente, ovvero la Federazione, si è costituita CONTRO Schwazer, afferma, testualmente, che “Alex è un patrimonio dell’atletica”, avvalorando l’assurda e incredibile tesi del gomblotto. Lasciando perdere il rispetto della magistratura, ricordiamo che Sandro Donati è attualmente nell’organigramma del Coni, presso il Dipartimento di Scienza dello Sport, addirittura con il titolo di DOTTORE, che non si sa quando e dove avrebbe conseguito. Ovvero viene pagato coi soldi dei cittadini per sparare a zero su tutte le più alte cariche federali. Mentre invece i medici federali Fiorella e Fischetto sono stati assolti con formula piena da un Tribunale della Repubblica Italiana, ma non sono stati reintegrati in nessuna delle cariche federali che rivestivano. Mi riservo di scrivere un articolo a parte su quanto Fischetto abbia contribuito ad implementare la lotta al doping. Su tutte queste cose, non uno straccio di comunicato ufficiale. Mai.
Della serie, i migliori li buttiamo via, ci teniamo il resto.
Codice Etico? Sì, sta in qualche cassetto, ma non ricordano quale. Basti pensare a Jamal Chatbi, che aveva già scontato tre anni per doping quando ce lo siamo preso in nazionale, nel 2013, e guarda caso la Fidal disse che il codice etico non era applicabile. Ovviamente lo hanno ribeccato nel 2016 sia per violazione dei whereabouts che per anomalie nel passaporto biologico. E Alberico Di Cecco in Nazionale di ultramaratona? Sì, abbiamo fatto anche questo. Dopo essere stato squalificato nel 2008 per EPO, ovviamente per premiarlo ha portato i nostri colori dal 2012 al 2014, in piena gestione di un Giomi gongolante.
Facciamo i nostri migliori auguri a tutti i candidati, fare peggio di così sarà davvero difficile.
Ah, a proposito: si doveva votare nel 2020. Ma Giomi ha detto che è tutto ok, loro votano nell’anno delle Olimpiadi, e quindi…
E se nel 2021 non si facessero?