
Oggi incontriamo Danilo Goffi, medaglia d'argento agli Europei di Budapest del 1998 nella maratona, e medaglia d'oro nella maratona a squadre nello stesso anno, oltre a vantare una partecipazione alle Olimpiadi, ad Atlanta nel 1996. Vinse al suo debutto in maratona a Venezia nel 1995, dopo aver gareggiato nei 10000 metri nella prima parte della sua carriera. Il suo primato personale di 2h08'33'' lo stabilì 1998 alla Maratona di Rotterdam, dove giunse terzo.
Ciao Danilo, come hai iniziato a correre?
Ho cominciato a correre perché non mi prendevano nelle squadre di calcio. Quando poi ho iniziato anche a vincere, ho capito che potevo fare della corsa la mia vita.
Quale è stata la tua maratona migliore di sempre?
Credo il mio esordio, Venezia 1995. Vinsi la maratona in 2h09’, battendo Stefano Baldini e Giacomo Leone. Feci una seconda parte di gara molto veloce, precedendo di otto secondo Giacomo, che l’anno dopo sarebbe andato a vincere a New York.
Quindi è anche la vittoria a cui sei legato immagino
Beh si, anche perché agli europei purtroppo arrivai soltanto secondo. Che è un gran risultato comunque, ma quando vieni preceduto di soli dieci secondi, la sconfitta brucia.
Nel tuo curriculum c’è anche la partecipazione alle Olimpiadi di Atlanta 96. Raccontaci la tua gara
E’ stata una esperienza bellissima. La gara è stata molto tattica, il tempo finale non era così importante, contava di più vincere. Io rimasi nel gruppo di testa per oltre trenta chilometri, poi negli ultimi dieci ebbi dolore a un piede e dovetti rallentare, arrivando nono a un paio di minuti dai primi.
Quali sono le differenze più evidenti tra il correre una gara sui diecimila, e correre una maratona?
Sono due gare completamente diverse. Quella sui diecimila è una gara molto veloce, si lavora su brevi distanze e sulla potenza. Se stai bene, gareggi sempre in tempi molto prossimi al tuo personale su quella distanza. La maratona invece è una gara che si corre prima di tutto con la testa, dove devi gestire le forze, venire fuori alla distanza, allenandosi per un chilometraggio molto più lungo. Anche se oggi è diventato molto comune prepararla su distanze più brevi ma più veloci. Io sono stato un precursore di questo metodo in realtà, a me dicevano che non lavoravo mai per preparare la maratona, invece avevo solo un metodo diverso, che oggi viene molto utilizzato, come dicevo.
Sembra che finalmente, il prossimo anno, le maratone di Milano e Roma non si correranno nello stesso giorno: ci voleva tanto capirlo?
Roma in realtà fino a qualche anno fa si disputava a metà marzo, poi piano piano si è spostata ad inizio aprile, fino a sovrapporsi alla Milano Marathon. Nella lotta Milano ci ha guadagnato, in quanto sia la gara che i partecipanti sono molto cresciuti in questi anni. Detto questo, non sovrapponendo le due gare il panorama sportivo italiano ci guadagnerà, anche se penso che Roma stia pagando la decisione di mettere a bando l’organizzazione della maratona.
Il movimento podistico è in continua crescita in Italia, ma è difficile organizzare le gare: quando secondo te la maratona non sarà più un fastidio, ma una opportunità per i cittadini?
Spero di sbagliarmi, ma credo mai. Purtroppo la nostra scarsa cultura sportiva ci spinge a comportarci in questo modo. Credo che da noi le maratone non saranno mai totalmente comprese, non saranno mai una festa come avviene a New York e nella quasi totalità del mondo. E’ un po’ più facile organizzare gare brevi, infatti la Deejay Ten è un successo non più solo a livello di città di Milano, ma in tutta Italia.
Come vedi gli azzurri della maratona, il prossimo anno a Tokyo?
Male. Purtroppo le recenti maratone hanno dimostrato che ci mancano atleti vincenti.
Secondo te non ci sono giovani interessanti in prospettiva?
Il mondo della maratona va alla svelta, è difficile stargli dietro. Tanti ragazzi si stanno cimentando nella corsa, ma davvero pochissimi emergono. In tutta onestà credo che per il futuro possiamo sperare soltanto negli atleti naturalizzati, come è emerso dopo la London Marathon, dove l'ottimo Yassine Rachik con 2h08' ha siglato un tempo di tutto rispetto. E anche nel settore femminile la situazione non è molto diversa. Non vorrei essere nei panni del ct La Torre, quando dovrà scegliere gli atleti per i mondiali di Doha.