Ciao Carlotta, hai corso una ottima maratona di Berlino alcuni giorni fa, partiamo proprio da qui, che cosa ci puoi dire sulla tua gara?
Per me è stata la maratona della maturità, ma per arrivare a Berlino, bisogna andare indietro di alcuni mesi, alla maratona di Boston, a cui ho preso parte lo scorso aprile, ma che non ho potuto correre come volevo, perché mi sono infortunata durante la preparazione. Così, quando ho tagliato il traguardo, ho fatto una cosa che non faccio mai: ho pensato a quale sarebbe stata la maratona successiva, e la scelta è caduta su Berlino. A cui sono arrivata con un po' di timore, perché avevo riposto molte aspettative sul tempo finale. Poi dopo il via, sono sparite le ansie, le paure, ho cominciato a divertirmi e a pensare a quanto fossi fortunata ad esseri lì. Intorno al ventiquattresimo chilometro ho avuto una piccola crisi, ma era più psicologica che fisica, quindi per superarla ho deciso di spegnere il cervello e andare avanti. Dopo il traguardo ho pianto come una bambina.
Da quello che ho capito di te, la filosofia dell'importante è partecipare non ti appartiene, sbaglio?
Io penso che ognuno si debba porre degli obiettivi che siano sfidanti ma raggiungibili. E' chiaro che non mi posso fissare l'obiettivo di vincere la maratona, non sarei in grado, però non riesco ad accontentarmi di essere una finisher. Essere un vincente non vuol dire solo vincere una gara, ma anche e soprattutto vincere la tua gara.
La maratona per te è...
Una storia bellissima. Io l'amo, è la mia gara preferita, mette alla prova fisico e mente
Ti ho sentito dire una volta: "Io non colleziono maratone". Cosa pensi di chi corre decine di maratone ogni anno?
Io li chiamo maratoneti compulsivi. Sia chiaro che non critico nessuno, ognuno è libero di fare ciò che vuole, però penso che la maratona sia diventata uno status symbol, come può esserlo un orologio, una borsetta. Ognuno vuole mostrare il suo status, ma sinceramente lo trovo poco rispettoso nei confronti della maratona, anche perché per correrne tante devi penalizzare l'aspetto cronometrico, non puoi correrle tutte al tuo meglio.
Sul tuo blog ho letto: "La vita da blogger, è una vita in vacanza". E' così?
Hai visto film "Il diavolo veste Prada"? Io ero proprio così, lavoravo in una multinazionale e pensavo solo alla carriera. Poi mi sono licenziata per fare della mia passione, la corsa, il mio lavoro. In seguito, parlando con quello che era il mio capo, mi chiese dove avevo intenzione di andare in vacanza. Risposi che viaggiando continuamente tutto l'anno, per le maratone, o per gli eventi organizzati dagli sponsor, per me la vacanza è stare a casa con gli amici, leggere un libro, fare un corso d'inglese. Mi diverto a fare quello che faccio, per quello dico che la mia è una vita in vacanza, bisogna sfatare il mito che se non soffri, non stai lavorando.
Veniamo invece alle tue principesse della maratona.
The Running Princess è un progetto partito un anno fa. Ho voluto dedicarmi a quelle donne che iniziano a correre, e che hanno bisogno di consigli o anche solo di uno sprone per continuare. Io le chiamo le debuttanti, come quelle del ballo. Alla maratona di Torino porterò cento di loro a correre la staffetta. Perché principesse? un po' per ironia, perché le principesse a cui penso io non sono quelle delle fiabe, la cui vita è finalizzata alla ricerca del principe azzurro. Il lieto fine della tua storia devi essere tu, trova te stessa prima, poi ci sarà tempo anche per il principe.
In passato so che hai praticato la danza, cosa la accumuna alla corsa?
Forza mentale e disciplina. Impari a gestire la frustrazione, il dolore fisico, il rispetto degli orari. Se arrivi tardi a una lezione di danza, molto probabilmente ti cacciano dalla scuola.
Consiglia un libro, un film e una canzone.
Un libro che mi è piaciuto molto è Stoner. La canzone: il bacio sulla bocca di Ivano Fossati, è la mia preferita. Il film: Orgoglio e pregiudizio.