Angelo Di Benedetto: la radio, la corsa e l'Inter

Angelo Di Benedetto lavora come deejay a RTL 102.5, dove conduce il programma “Nessun dorma”,  insieme ad Andrea De Sabato, ogni venerdì e sabato, dalla una del mattino fino alle tre, mentre la domenica a partire dalla mezzanotte. I due conducono insieme anche "Discoteca nazionale", il sabato, da mezzanotte all'una. Angelo è un mio grande amico, condividiamo la passione per la corsa, e siamo entrambi tesserati per il medesimo gruppo podistico, il Verde Pisello Group, di Milano. Una chiacchierata informale è diventata una intervista, uno sfizioso girovagare nella vita di uno sportivo e di un deejay.

Angelo, raccontaci quando e perché hai cominciato a correre.
"Ho cominciato a correre nel 2010, quando una mia collega, Paoletta, con cui conducevo un programma radiofonico, e che ora è a Radio Italia, mi coinvolse, e mi spinse a praticare questo sport, facendomi da madrina".

Qual è stata la prima gara a cui hai partecipato?
"La mia prima gara è stata la mezza maratona del lago Maggiore, e subito dopo venne la Stramilano, dove ci siamo conosciuti io e te".

Raccontaci un aneddoto inerente la tua prima mezza maratona.
"Paoletta mi aveva spinto a partecipare a questa gara, dicendomi che il percorso era bellissimo, e che gli ultimi 2 km erano in discesa. Si dimenticò però di dirmi che ogni anno invertono il senso di marcia, quindi negli ultimi chilometri, trovai una salita anziché una discesa!"

Qual è invece il ricordo a cui sei più legato, riguardo alla corsa?
"Ce ne sono tanti in realtà, ma sono due quelli che porto nel cuore. Alla “Scarpa d’Oro” la mezza maratona di Vigevano, nel 2014, incontrai un ragazzo che non ce la faceva più, camminava e si toccava il fianco, era molto stanco. Lo spinsi a non mollare, chiacchierammo e corremmo insieme fino al traguardo, ci abbracciamo, e ci perdemmo di vista. Alcuni giorni dopo, spedì una lettera alla sede di Verde Pisello, in cui ringraziava quello sconosciuto che lo aveva aiutato a terminare la gara. Il secondo invece, è legato alla Maratona di Reggio Emilia dello scorso dicembre, quando, per motivi personali molti seri e importanti, vedere mia moglie Silvia al traguardo ad attendermi, mi emozionò e commosse".

Il tuo sogno nel cassetto, la maratona che sogni di correre?
"La maratona di Gerusalemme, la sogno da quando ho iniziato a correre".

Descrivi la corsa in tre aggettivi.
"La corsa è materna, perché si prende cura di te, ma è severa nel momento in cui la sottovaluti. Se me lo passi come aggettivo, la definirei anche sfidante, perché ti mette alla prova dal punto vista mentale e fisico, e soprattutto con te stesso. E poi è aggregante, perché ti fare amicizia con persone che prima erano sconosciute, e che diventano subito amici perché ti capiscono, perché fanno la tua stessa fatica. Si crea una vera e propria comunità".

Con chi corri solitamente?
"Da solo o con amici, in base agli impegni. Spesso corro anche con perfetti sconosciuti, persone che incontro e che hanno voglia di fare un po’ di strada insieme, e scambiare due parole".

Ascolti musica mente corri?
"Preferisco ascoltare me stesso quando corro, quello che accade fuori e dentro di me, inoltre ascoltando musica per lavoro sono molto attento, preferisco ascoltarla in altri momenti".

Sappiamo che sei anche appassionato di calcio...
"Sì, sono tifoso dell’Inter. Tra l’altro, due anni fa ho corso con due amici la maratona di Stoccolma, era  il giorno della finale di Champions League di Cardiff, Juventus vs Real Madrid. Portò bene! Ovviamente scherzo… Ora sto vivendo un piccolo dramma, il 21 ottobre correrò la maratona di Amsterdam, ed è lo stesso giorno del derby, Milan vs Inter, stiamo cercando un volo che ci riporti a Milano, immediatamente dopo il traguardo, per non perdere la partita".

Consiglia una canzone, un film e un libro.
"La canzone "Father and Son" di Cat Stevens, il Film "Good Morning Vietnam", mi ha cambiato la vita. Il libro "Un indovino mi disse" di Tiziano Terzani".