A volte (non) ritornano: il caso Schwazer

"Dice Gattoscrivente", di Carlo Esposito

Il caso Schwazer, ovvero quel perverso bisogno di credere ai complotti.

Si sa, ciascuno è innocente fino a prova contraria.

Applicando una logica rigorosa di stampo aristotelico, potremmo per tanto affermare che chiunque, una volta condannato, è colpevole fino a SENTENZA CONTRARIA.

E vedete, Alex Schwazer è stato condannato parecchie volte. Tre volte è stato giudicato colpevole dalla giustizia sportiva (due volte per positività, una per essersi sottratto a un controllo.  In quella occasione ha inguaiato la sua fidanzata, la campionessa Olimpionica di pattinaggio Carolina Kostner, che prende diciotto mesi per complicità). Due volte ha visto il suo ricorso respinto. Per sovrapprezzo, è stato condannato da un Tribunale della Repubblica Italiana, con sentenza patteggiata.

D’altro canto, i medici Fiorella e Fischetto, da lui accusati di complicità (ma non era pulito?) sono stati assolti con formula piena.

Infine, Alex Schwazer NON è attualmente sotto processo a Bolzano relativamente alla sua SECONDA positività. Questa è ancora la fase delle indagini preliminari, e l’incidente probatorio, che dura ormai da quasi quattro anni, è esso stesso una cosa estremamente garantista. Non è che si fa sempre.

Appare chiaro che il processo, quello vero, non si farà mai. Su tutto pesa l’ombra della prescrizione, se anche il procedimento non venisse archiviato. Ciononostante, l’opinione pubblica e praticamente tutta la stampa, grande e piccola, tuonano parlando di complotto, riportando roboanti e battagliere affermazioni che però, badate bene, sono sempre di parte.

Ogni anno, dal 2016, nel mese di settembre la stampa sportiva ci propina “sconvolgenti rivelazioni” sul caso Schwazer. Il campionato di calcio deve ancora iniziare, quindi bisogna riempire quelle quattro colonne a pagina x.

Come? Con dichiarazioni del diretto interessato, del suo avvocato, o del suo coach, Sandro Donati, che riesce sempre a deluderci per bene. A leggere le carte, gli atti, a voler vedere i FATTI,  appare sempre una grande e sconsolante verità: e cioè  che la pipì in quelle provette è sua, soltanto sua. E che in quelle provette c’è una sostanza dopante.

C’è un altro fascicolo aperto a Bolzano, contro ignoti.

E’ quello relativo al complotto, ed è desolatamente scarno, da quasi quattro anni.

Ah, a proposito: Sandro Donati NON è stato fatto fuori. Al momento prende uno stipendio d’oro, lo trovate nell’organigramma del CONI.

Che, tramite la Fidal, sua creatura, ci fa sapere che a suo parere «Schwazer è un patrimonio dell’atletica», dimostrando, in questo modo, la totale delegittimazione di un organo sportivo che è incapace perfino di portare rispetto, non dico agli organismi antidoping, ma proprio al lavoro dei magistrati.

Che lavorano, non dimenticatelo,  “in nome del popolo italiano”.

Sic transit gloria mundi.

#meglioultimichedopati

(Per Saperne di più; Carlo Esposito: “Inferno 2019. Viaggio per nulla immaginario nel baratro in cui è sprofondato lo sport amatoriale italiano”, CFR, cap 5: “il caso Schwazer, ovvero come la gente sia disposta a credere ai coccodrilli nelle fogne”.)